28 dicembre 2011

Casinò???




E' uno dei punti di rilancio economico che vorrebbe una "certa" parte sammarinese.
Al di là dell'essere più o meno d'accordo con la sua attuazione, ed io sono assolutamente contrario sia chiaro, questi "certi", ivi comprese Associazioni di Categoria, lo usano quale specchietto per le allodole in risposta alla crisi economica titanica, millantando ricavi mostruosi, consentendo in tal modo a questa Repubblica martoriata da sè stessa, l'ennesimo "nuovo" salto verso il facile guadagno.
Un mio piccolo pensiero lo scrissi qui sul Don Chisciotte pagina 12 e 13, a seguito di una mia partecipazione ad un convegno.
Ma partiamo dalla storia: qui sotto è riportato l'accordo Bilaterale del 1953 Italo_Sammarinese:





















































































































L'articolo 47, comma 4, recita così: " Il Governo della Repubblica di San Marino si impegna a non permettere nel proprio territorio l'impianto o l'esercizio di case da gioco o di altri centri del genere comunque denominati, nei quali si svolgano giuochi di azzardo".

1953!!!!!
Si era in un particolare contesto storico, che anni dopo avrebbe portato ai fatti di Rovereta.
Eravamo in presenza dell'unica Nazione occidentale guidata da Comunisti e Socialisti in un contesto di guerra fredda, e ciò non piacque all'Italia e nemmeno agli USA.
La firma di quell'accordo lo si può interpretare benissimo come un atto di forza da parte dell'Italia, ma questo non c'entra, se non per il fatto che in tutti questi anni, NON SI E' MAI PENSATO DI MODIFICARE QUELL'ACCORDO, quindi non ci fu mai una vera esigenza sammarinese in tal senso.
Pensare di fare un atto unilaterale, senza ridiscendere a tavoli appositi, parrebbe avventato. La Storia è lì che lo dimostra...la nostra Sovranità non è mai stata tale, sempre fatta (anche per motivi di territorio e altro) di compromessi. Non considerando il fatto che siamo in attesa da un paio d'anni di altre firme.


Mentre or ora (in realtà da diversi anni a questa parte) alcuni fenomeni nostrani si accorgono che l'economia potrebbe essere risollevata con una casa di Azzardo, nel 2012!!!! Osta che tempismo!!!!


Inutile poi citare il fatto che il GAFI ponga tra i primi posti il pericolo di riciclaggio di denaro sporco (ma tanto noi pensiamo di poterlo e saperlo fare benissimo) propriamente quello derivante dalla movimentazione di danaro delle case da Gioco, leggi qui:


"La Relazione ha chiaramente evidenziato come il settore del "gioco" costituisca il punto di incontro di plurime, gravi distorsioni dell'assetto socio-economico quali, in particolare, l'esposizione dei redditi degli italiani a rischio di erosione; l'interesse del crimine organizzato; la vocazione allo spasmodico arricchimento di taluni concessionari che operano, sovente, in regime di quasi monopolio; il germe di altri fenomeni criminali come usura, estorsione, riciclaggio; infine, la sottrazione di ingenti risorse destinate all'erario. E soprattutto emerge come, nei periodi di crisi economica, tale fenomeno degenerativo si accentua maggiormente in quanto,  nell'impossibilità di un aumento della tassazione, si implementa il ricorso ad incentivazioni della "malattia del gioco", un meccanismo che, quanto più cresce, tanto più é destinato a favorire forme occulte di prelievo dalle tasche dei cittadini, mascherando tale prelievo con l'ammiccante definizione di gioco, divertimento e intrattenimento."


Tale relazione è del Luglio 2011 e si riferisce all'Italia ma se si cambiasse il soggetto del capoverso riportato sopra, mettendo San Marino, sembrerebbe ricalcare proprio la nostra attuale situazione.
Capisco la necessità di ingolosire il "popolo bue" con voli pindarici e facili guadagni, ma ritengo che a tutto vi debba essere un limite. 
Non mi piace essere tacciato per illiberale o proibizionista, ma a tutto v'è un limite.


Ora, se avessimo almeno e quantomeno avuto le palle per dire: "eh no....noi siamo uno Stato, e vogliamo a tutti gli effetti essere un PARADISO FISCALE PALESE (perchè in maniera sommersa lo eravamo già), la querelle del casinò avrebbe avuto una connotazione plausibilmente differente. 


Apro una piccola parentesi; la nostra Nazione è sempre vissuta sullo sviluppo turistico. 
Vi fu un evento quest'anno, che anche se non apprezzai personalmente, mostrò a tutti cosa potenzialmente potremmo essere: la visita del Papa. 
Uno Stadio messo a sua disposizione e gente...tanta gente. Pensare di sfruttare questi tipi di eventi, ovviamente non religiosi, ma più laici come i concerti? Potrei citare anche il Rally Legend a tal proposito.
Saremmo anche geograficamente appetibili, visto che il BPA Palas è lontano, ma pare che in uno stato LAICO quale dovrebbe essere San Marino, quello stesso stadio non possa essere messo a disposizione per eventi del genere.Che inevitabilmente portano indotto, riempiono alberghi e ristoranti; ma possibile davvero non pensarci?
Darsi la zappa sui piedi è all'ordine del giorno.
In Estate viviamo dei rimasugli lasciati dalla riviera. Sperando che faccia cattivo tempo per poter avere un poco di afflusso turistico quassù. 
Sentire Segretari di Stato autoincensarsi di complimenti ad uso ceppa, sulla ricettività turistica di questo Natale (che per ricordare ha una spesa di circa 310mila euro....


Seduta del: 3 NOVEMBRE 2011/1711 d.F.R. Delibera n.5 Pratica n.1800 IL CONGRESSO DI STATO
sentito il riferimento del Segretario di Stato per il Turismo, lo Sport, la Programmazione Economica e i Rapporti con l’ A.A.S.S;
2011,
vista la propria precedente delibera n.14 del 5 aprile 2011; vista la nota dell’Ufficio di Stato per il Turismo, prot. n.1858 del 28 ottobre
autorizza
la spesa di € 307.990,00 (trecentosettemilanovecentonovanta/00) da imputarsi nell’ambito del corrente esercizio finanziario come segue: - € 297.990,00 (duecentonovantasettemilanovecentonovanta/00) sul cap. 1-7-4060 “Manifestazioni sportive e varie a valenza turistica”;
- € 10.000,00 ( diecimila/00) sul cap. 1-7-4050 “Materiale di propaganda-provviste”)

e notare che invece la sera, dalle 18 in Centro Storico pare esserci una sorta di coprifuoco, (non c'è anima viva!!) è davvero imbarazzante. 
Non siamo capaci di contrastare la riviera ed i suoi eventi, non è pensabile farlo con le sole Feste Medievali 
(Seduta del: 6 GIUGNO 2011/1710 d.F.R. Delibera n.10 Pratica n.1000 autorizza
la spesa complessiva di €. 228.407,50 )


o le Albe sul Monte (passata da una cifra faraonica della prima edizione ai "solo" 66mila euro di quest'anno) tutte a spese dello Stato..., con dati non censiti ufficialmente sulle presenze che parlarono di 70000 persone..... 
Bisognerebbe anche essere in grado di creare delle joint venture con essa. Invece no. Vogliono un Casinò. Paradossalmente ci sarebbero migliaia di altre soluzioni molto più veloci e lineari. Invece spingono per il Casinò...alcuni raccolgono addirittura delle firme. Sarebbe bello sapere quello che dicono a coloro ai quali si propone questa cosa..."scusa, vorresti un casinò? Dai che ci sarebbe un sacco di denaro"...ma suvvia! E poi quella raccolta firme a cosa dovrebbe portare? A mettere nell'angolo chi non la pensa nella stessa maniera??
Ma questo Casinò, lo sapremmo gestire? 
Avremmo le forze dell'Ordine in grado di rinculare tutto il lercio ed il marcio che gravita attorno ad esso? 
Beh, vedendo questo articolo di cronaca direi di no. Ma analizzando più in generale i recenti fatti, che partono dal Killer dei cani, passando per i furti in case, arrivando al sabotaggio ai cavi di Prima, se ne ha la certezza. Non considerando poi le lotte degli Intelligenti per mandare via il comandante Zechini, o patteggiare per Riccio. Ed ai malavitosi "con il nostro stesso sangue" che vivono qui, e che hanno sputtanato un Paese, inquisiti solo in Italia, perchè qui da noi paiono godere di privilegi, a cui non è stato torto un che sia uno, capello.
Questo è un paese omertoso, che ricerca nel lercio di risollevarsi, fottendosene del prossimo, indicando il colpevole durante il giorno per poi, a sera, andarci a cena.
Questo è un Paese che giustifica una Tangente di Stato quale unica mossa per salvarlo.
Piuttosto, se mai questa ipotesi bislacca ed idiota si paventerà, mi batterò personalmente formando un comitato per non farlo, e ribadisco non sono assolutamente un proibizionista.


Vogliamo parlare di tutte le dipendenze da gioco? Delle famiglie rovinate per questa mania cretina, di andare a sciorinare monete in macchinette o cose simili, alla ricerca di un riscatto sociale effimero?
Ma su questo aspetto gli Intelligenti riflettono o cosa, o la fanno facilona attuando in tutto e per tutto il pensiero sammarinese? 



A queste persone, gli Intelligenti ed i fomentatori "de no altri", daremmo in mano una patata bollente come il Casinò?
Ma anche no!



Ma allora a voler essere più sportivi, anzichè il Casinò, se pensassimo ad aprire un Casino (senza accento)!!!!???


Ah per la cronaca, la questione Casinò venne riproposta nel 2007 in sede parlamentare italiana
(http://www.deputatipd.it/XV_Legislatura/Select.asp?Section=Arguments&Table=Documents&LeftBar=Argument&Argument=12&DocumentType=4&Mode=Edit&KeyName=ID&KeyValue=30026)



Interrogazione a risposta in Commissione
13-11-2007
Operatività di una casa da gioco nel territorio della Repubblica di San Marino
Ermanno Vichi
Numero: 501756
Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 27 ottobre sul Resto del Carlino QN è stato pubblicato un reportage sul «casinò di Rovereta» nel territorio della Repubblica di San Marino;
il «casinò fantasma» si troverebbe fra Rimini e San Marino, e a poche centinaia di metri dal confine con l'Italia;
dietro l'ufficialità di una sala bingo, si troverebbero, all'interno dello stesso edificio due sale keno con 150 macchinette computer (tipo slot machine), per un giro d'affari che si aggirerebbe attorno a 500 mila euro al giorno;
l'accordo italo-sammarinese del 1953 impegna la Repubblica di San Marino «a non permettere nel proprio territorio l'impianto o l'esercizio di case da gioco o di altri centri del genere comunque denominati, nei quali si svolgono giochi d'azzardo»;
la legge sammarinese del 2000 «non disciplina il gioco d'azzardo che rimane vietato in qualunque forma esercitato»;
nella risposta all'atto n. 5-8072 il Governo ha semplicemente fatto propria la posizione già espressa e nota del Governo sammarinese, richiamando tra l'altro un parere del presidente Baldassarre, con una interpretazione che lo stesso si è premurato di smentire;
nella sua risposta il Governo non richiama inoltre nessun parere delle Autorità italiane dei territori contermini alla Repubblica di San Marino, Autorità che pare abbiano segnalato in passato la violazione degli accordi italo-sammarinesi e l'intensificazione dei flussi dei giocatori verso la vicina Repubblica -:
quali iniziative intenda assumere per porre rimedio alla problematica ricordata in premessa.
Seduta del 14 novembre 2007 - Commissione finanzeIn riferimento a quanto rappresentato nella question time in esame dall'Onorevole interrogante, concernente un reportage pubblicato dal giornale Il Resto del Carlino circa l'esistenza di un «casinò» sul territorio della Repubblica di San Marino, l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato ha fatto presente al riguardo che la sala bingo sita in Rovereta non è gestita in forza di concessione rilasciata dalla stessa Amministrazione. L'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato ritiene, inoltre, che non è possibile esprimere valutazioni in ordine all'eventuale violazione all'articolo 47, punto 4), della Convenzione tra l'Italia e la Repubblica di San Marino del 31 marzo 1939 (modificato dall'Accordo aggiuntivo alla Convenzione di amicizia e buon vicinato fra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino, firmato a Roma il 29 aprile 1953), che prevede l'impegno della Repubblica di San Marino di non consentire, nel proprio territorio, l'impianto o l'esercizio di case da gioco nei quali si possano svolgere giochi d'azzardo. Al riguardo, si è inteso investire della problematica di cui trattasi il Ministero degli affari esteri, che ha trasmesso i relativi elementi istruttori, di seguito riportati. Il predetto Dicastero ha preliminarmente fatto presente che un casinò a San Marino era già esistito negli anni '50. La sua sede era presso il Kursaal, dove attualmente è installata la San Marino RTV. Il casinò fu chiuso poco tempo dopo anche su pressione del Governo italiano. Quegli anni furono caratterizzati dall'adozione, da parte del nostro Governo, di misure di soggiorno obbligato che videro, per emarginare il fenomeno della criminalità organizzata, insediamenti di malavitosi nelle città di Rimini e Cattolica, con la speranza che, sradicati dai luoghi di origine, questi individui non potessero più delinquere. Ma l'esistenza di un casinò, in zona contigua, poteva fare da ulteriore collante per il riciclaggio. Il 29 aprile 1953 venne stipulato un Accordo aggiuntivo alla Convenzione di Amicizia e Buon Vicinato fra la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino del 31 marzo 1939, firmato dai plenipotenziari italiano e sammarinese De Gasperi e Giacomini. L'articolo 47 dell'Accordo, al punto 4, prevedeva l'impegno sammarinese «a non permettere nel proprio territorio l'impianto o l'esercizio di case da gioco o di altri centri del genere, comunque denominati, nei quali si svolgano giochi di azzardo». A compensazione, in corrispondenza delle rinunce fatte dal Governo della Repubblica di San Marino, tra cui il punto 4 del sopra citato articolo 47, il Governo sammarinese ha ricevuto dal Governo della Repubblica italiana la somma di 90 milioni di lire annue, per il periodo compreso tra il 1o gennaio 1946 e il 30 giugno 1952, e 150 milioni di lire annue dal 1o luglio 1952 in poi, in esenzione di qualsiasi imposta o tassa, ivi comprese quelle di bollo e di quietanza. Il 9 gennaio 1987, al termine dell'incontro tra il Segretario di Stato per gli affari esteri, Gabriele Gatti, e il Ministro degli affari esteri, Giulio Andreotti, svoltosi a Roma l'8 gennaio 1987, venne concordato il seguente comunicato, secondo cui «da Parte sammarinese è stata sottolineata l'importanza che si attribuisce all'apertura in territorio sammarinese di una casa da gioco che viene considerata come un problema interno della Repubblica di San Marino. Entrambe le Parti, consapevoli di una necessità di addivenire ad un accordo reciprocamente soddisfacente, hanno convenuto sull'opportunità di devolvere l'esame della questione alla prima riunione della Commissione mista, prevista ai successivi capoversi, alla quale parteciperanno anche dei rappresentanti dei rispettivi Ministeri degli interni». Durante la sessione del 23 febbraio 2006, a fine della scorsa Legislatura, il Consiglio Grande e Generale ha approvato un ordine del giorno del Consigliere Morri dei Popolari, già ex DC, in base al quale la Repubblica di San Marino avrebbe dovuto intraprendere trattative con l'Italia volte a consentire la riacquisizione del diritto di gestione della casa da gioco. L'ordine del giorno passò con 22 sì, 13 no, 4 astenuti ed 1 non votante. L'Ambasciatore d'Italia in San Marino prese allora contatti sulla questione con i Segretari di Stato agli Affari Esteri, Berardi, e alla Finanze, Mularoni. Entrambi confermarono che l'ordine del giorno era stato approvato, nella penultima sessione della Legislatura, in presenza non della maggioranza degli aventi diritto al voto (31 su 60), e quindi destinato ad esaurirsi con la fine della Legislatura. Qualora l'argomento fosse stato riproposto ed approvato, dopo le elezioni del 4 giugno 2006, prima di essere stato sottoposto all'Italia, sarebbe passato, trattandosi di questione controversa a livello locale, al vaglio del referendum popolare. Con la legge 25 luglio 2000, n. 67, sono stati introdotti e disciplinati i giochi a San Marino. Da Palazzo Pubblico ricordano che «la situazione che si è sviluppata da allora ha portato all'approvazione nel dicembre 2006 della legge che ha istituito l'Ente di Stato dei Giochi, ridando allo Stato la gestione e il controllo dell'attività dei giochi, fino a quel momento nelle mani dei privati». Poiché «i giochi della sorte attualmente ammessi sono invariati rispetto ad allora», si legge in una nota del 30 ottobre 2007, «il Governo non ha messo in atto alcuna azione per allargare le maglie dei controlli e delle tipologie di gioco ammesse». A riprova di quanto affermato, secondo cui a San Marino non si praticherebbe il gioco d'azzardo, citano il parere del Presidente Emerito della Corte costituzionale, Antonio Baldassarre, che il 18 gennaio 2006, ribadì che i giochi del bingo e bingo multi keno non possono essere considerati giochi d'azzardo ma sono giochi della sorte e dell'abilità. La relazione di Baldassarre precisava inoltre che le norme e i regolamenti sui giochi non presentavano violazioni degli accordi stipulati tra la Repubblica di San Marino e l'Italia. Va anche segnalato che il Governo italiano, allo stato, non ha al suo esame alcuna iniziativa volta a consentire l'apertura di nuovi casinò sul territorio nazionale. Per quanto riguarda il territorio di San Marino vale quanto stabilito con il sopraccitato Accordo aggiuntivo alla Convenzione di Amicizia e Buon Vicinato fra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino, stipulato il 29 aprile 1953.
Commissione Finanze - Seduta del 14 novembre 2007
Testo della risposta
In riferimento a quanto rappresentato nella question time in esame dall'Onorevole interrogante, concernente unreportage pubblicato dal giornale Il Resto del Carlino circa l'esistenza di un «casinò» sul territorio della Repubblica di San Marino, l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato ha fatto presente al riguardo che la sala bingo sita in Rovereta non è gestita in forza di concessione rilasciata dalla stessa Amministrazione.
L'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato ritiene, inoltre, che non è possibile esprimere valutazioni in ordine all'eventuale violazione all'articolo 47, punto 4), della Convenzione tra l'Italia e la Repubblica di San Marino del 31 marzo 1939 (modificato dall'Accordo aggiuntivo alla Convenzione di amicizia e buon vicinato fra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino, firmato a Roma il 29 aprile 1953), che prevede l'impegno della Repubblica di San Marino di non consentire, nel proprio territorio, l'impianto o l'esercizio di case da gioco nei quali si possano svolgere giochi d'azzardo.
Al riguardo, si è inteso investire della problematica di cui trattasi il Ministero degli affari esteri, che ha trasmesso i relativi elementi istruttori, di seguito riportati.
Il predetto Dicastero ha preliminarmente fatto presente che un casinò a San Marino era già esistito negli anni '50. La sua sede era presso il Kursaal, dove attualmente è installata la San Marino RTV. Il casinò fu chiuso poco tempo dopo anche su pressione del Governo italiano. Quegli anni furono caratterizzati dall'adozione, da parte del nostro Governo, di misure di soggiorno obbligato che videro, per emarginare il fenomeno della criminalità organizzata, insediamenti di malavitosi nelle città di Rimini e Cattolica, con la speranza che, sradicati dai luoghi di origine, questi individui non potessero più delinquere. Ma l'esistenza di un casinò, in zona contigua, poteva fare da ulteriore collante per il riciclaggio.
Il 29 aprile 1953 venne stipulato un Accordo aggiuntivo alla Convenzione di Amicizia e Buon Vicinato fra la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino del 31 marzo 1939, firmato dai plenipotenziari italiano e sammarinese De Gasperi e Giacomini. L'articolo 47 dell'Accordo, al punto 4, prevedeva l'impegno sammarinese «a non permettere nel proprio territorio l'impianto o l'esercizio di case da gioco o di altri centri del genere, comunque denominati, nei quali si svolgano giochi di azzardo». A compensazione, in corrispondenza delle rinunce fatte dal Governo della Repubblica di San Marino, tra cui il punto 4 del sopra citato articolo 47, il Governo sammarinese ha ricevuto dal Governo della Repubblica italiana la somma di 90 milioni di lire annue, per il periodo compreso tra il 1o gennaio 1946 e il 30 giugno 1952, e 150 milioni di lire annue dal 1o luglio 1952 in poi, in esenzione di qualsiasi imposta o tassa, ivi comprese quelle di bollo e di quietanza.
Il 9 gennaio 1987, al termine dell'incontro tra il Segretario di Stato per gli affari esteri, Gabriele Gatti, e il Ministro degli affari esteri, Giulio Andreotti, svoltosi a Roma l'8 gennaio 1987, venne concordato il seguente comunicato, secondo cui «da Parte sammarinese è stata sottolineata l'importanza che si attribuisce all'apertura in territorio sammarinese di una casa da gioco che viene considerata come un problema interno della Repubblica di San Marino. Entrambe le Parti, consapevoli di una necessità di addivenire ad un accordo reciprocamente soddisfacente, hanno convenuto sull'opportunità di devolvere l'esame della questione alla prima riunione della Commissione mista, prevista ai successivi capoversi, alla quale parteciperanno anche dei rappresentanti dei rispettivi Ministeri degli interni».
Durante la sessione del 23 febbraio 2006, a fine della scorsa Legislatura, il Consiglio Grande e Generale ha approvato un ordine del giorno del Consigliere Morri dei Popolari, già ex DC, in base al quale la Repubblica di San Marino avrebbe dovuto intraprendere trattative con l'Italia volte a consentire la riacquisizione del diritto di gestione della casa da gioco. L'ordine del giorno passò con 22 sì, 13 no, 4 astenuti ed 1 non votante. L'Ambasciatore d'Italia in San Marino prese allora contatti sulla questione con i Segretari di Stato agli Affari Esteri, Berardi, e alla Finanze, Mularoni. Entrambi confermarono che l'ordine del giorno era stato approvato, nella penultima sessione della Legislatura, in presenza non della maggioranza degli aventi diritto al voto (31 su 60), e quindi destinato ad esaurirsi con la fine della Legislatura. Qualora l'argomento fosse stato riproposto ed approvato, dopo le elezioni del 4 giugno 2006, prima di essere stato sottoposto all'Italia, sarebbe passato, trattandosi di questione controversa a livello locale, al vaglio del referendum popolare.
Con la legge 25 luglio 2000, n. 67, sono stati introdotti e disciplinati i giochi a San Marino. Da Palazzo Pubblico ricordano che «la situazione che si è sviluppata da allora ha portato all'approvazione nel dicembre 2006 della legge che ha istituito l'Ente di Stato dei Giochi, ridando allo Stato la gestione e il controllo dell'attività dei giochi, fino a quel momento nelle mani dei privati». Poiché «i giochi della sorte attualmente ammessi sono invariati rispetto ad allora», si legge in una nota del 30 ottobre 2007, «il Governo non ha messo in atto alcuna azione per allargare le maglie dei controlli e delle tipologie di gioco ammesse». A riprova di quanto affermato, secondo cui a San Marino non si praticherebbe il gioco d'azzardo, citano il parere del Presidente Emerito della Corte costituzionale, Antonio Baldassarre, che il 18 gennaio 2006, ribadì che i giochi del bingo e bingo multi keno non possono essere considerati giochi d'azzardo ma sono giochi della sorte e dell'abilità. La relazione di Baldassarre precisava inoltre che le norme e i regolamenti sui giochi non presentavano violazioni degli accordi stipulati tra la Repubblica di San Marino e l'Italia.
Va anche segnalato che il Governo italiano, allo stato, non ha al suo esame alcuna iniziativa volta a consentire l'apertura di nuovi casinò sul territorio nazionale.
Per quanto riguarda il territorio di San Marino vale quanto stabilito con il sopraccitato Accordo aggiuntivo alla Convenzione di Amicizia e Buon Vicinato fra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino, stipulato il 29 aprile 1953.

In ultima analisi, vi domando la cortesia di porre attenzione su questo documento tratto dal sito di Libertas.sm chiamato NO ALLO STATO BISCAZZIERE, documento con firme del 2007, di persone ed Intelligenti compresi, che adesso pompano la soluzione della Casa d'Azzardo. Come giustificheranno l'aver apposto a quel tempo la loro firma, ed a distanza di 5 anni disconoscerne i propri principi?
Ma in questo Paese la propria firma non serve a nulla. Per il proprio tornaconto siamo pronti a vendere anche nostra madre, oramai nulla sorprende più.
Buon anno!

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