14 ottobre 2013

Pensiero della sera...a Luca Lazzari (sinistra unita)




Caro Luca, ma ti riesce così difficile capire i perchè noi siamo per il no?
Più che un confronto con Rete, mi pare una bella accusa e su cosa non capisco francamente. 
Anche te a mio modesto modo di intendere le cose, cadi nell'errore, come parecchi altri, di dire che facciamo la parte dei conservatori. 
Sai che c'è? Rete sin dai suoi albori ha sempre detto NO a questa Europa. E' nel nostro Statuto, ma non imposto da nessuno. Semplicemente ne parlammo a tempo debito, probabilmente molto tempo prima di chi adesso si straccia le vesti per un SI o per una scheda bianca che dir si voglia. Del resto siamo lungimiranti (se permetti).
Dalla tua analisi molto politica emerge che il movimento di cui faccio parte, faccia paura. Possa muovere dei voti.
Non lo so...io da povero pirla, visto che oramai lo abbiamo spiegato anche ai sassi i motivi del nostro no, e che facciamo anche serate apposite, con il semplice piacere di informare la gente, la chiamo semplicemente coerenza.
Ricordo che nel mio primissimo intervento in Consiglio, parlai di "opposizione all'opposizione". Mi sembra evidente a cosa mi riferissi...anche a questo atteggiamento della ricerca di un consenso che nulla ha che a vedere con la Politica. Nulla ha che a vedere con l'Europa. Nulla ha che a vedere con il Salvastipendi (a proposito di coerenza, vero Luca?).
Vuoi cavalcare l'onda del SI? Fallo è nel tuo pieno diritto, come il mio è quello di essere dalla parte opposta. 
Forse siamo talmente strani perchè non abbiamo le imposizioni dei partitoni come i vostri. Non abbiamo bisogno di un quadrunvirato per poter prendere decisioni o semplicemente parlare delle cose più delicate. Siamo liberi da preconcetti. Ci basta un tavolo e delle sedie, oppure Skype (sai...lo usano anche quelli che votano NO, e che vengono tacciati di isolazionismo...)
Sai che c'è? Spero che vinca il SI, perchè poi sarà bello vedere come la gestirete tutti voi che oggi spingete ed attaccate coloro che non la pensano come voi.
Una domanda: senti già il sapore di campagna elettorale, tanto da accostare Rete alla Diccì e ad Appì? 
Credi davvero che chi si è presentato semplicemente ed in maniera coscienziosa sola a Novembre 2012, sia pronto a mandare tutto all'aria con coalizioni o avvicinamenti sì arditi?
Pensi che noi vogliamo vincere per comandare? Ti sbagli di grosso, esattamente come si sbagliano di grosso coloro che accostano a future alleanze il nostro movimento.
Rileggiti la nostra brevissima storia consiliare, che fa da contraltare a quella associativa, dove se permetti possiamo dirne tantissime di cose. 
Ci conosci del resto, chi più chi meno.
Non so come dirtelo: non viviamo con la Politica, abbiamo altro. Siamo un corpo estraneo e probabilmente è questa la nostra unicità. Che piaccia o meno, Rete è questo.
Non abbiamo l'obbligo morale di dover sopravvivere per anni, e quindi conseguentemente quello di dover fare come le banderuole ad ogni cambio repentino delle folate di vento, che indica a taluni la nuova strada verso Eldorado...
Ti facevo onestamente differente, caro Luca. Ma molto.
Ti proporrei di guardare in casa di SU prima di fare le pulci in quella altrui; di cambiamenti ne avete fatti tanti, ed onestamente in voi mi par di non vedere quella coerenza che Rete ha.
Si tratta sempre di scelte. 
Solo che se si parla come Politici è un conto. Diverso è se si parla da cittadini.

11 maggio 2013

Nel paese che dir non so...



In un paese che dir non so, ove ogni giorno si alterna alla notte, con immutevole alternanza, esistevano diverse categorie di persone che operavano nell'ombra, forti anche dell'appoggio amichevole con coloro che gestivano il potere.
Accadde un giorno che alcuni di questi, unitamente ad esseri-ombra, si coalizzarono per dimostrare che il complesso sistema di precari equilibri su cui si fondava quella comunità, aveva inevitabilmente delle falle e non era affatto granitico.
Pertanto lo si poteva scalfire.
In un bar, tra riviste patinate e giornaletti sportivi, si decise che era ora di palesare tali fallacità, scegliendo una azione dirompente.
Nel paese che dir non so, molti dei suoi abitanti, amavano accompagnarsi con animali di compagnia. Proprio essi erano nel mirino di questi bellimbusti, veri e propri grimaldelli per l'attacco infingardo e becero.
Accadde che ad uno di questi incontri, gli uomini-ombra furono delegati dagli uomini di potere per creare il panico.
La scelta fu fatta, davanti a luculliani e pantagruelici piatti di selvaggina, buon vino rosso e grasse risate nella piccola sala di un ristorante anonimo, adornato dal fumo dei sigari.
La scelta ricadde proprio su questi, in quanto gli uomini-ombra erano già esperti su cosa e come dovessero fare, vista la loro esperienza maturata anche in altri paeselli che dir non so vicini; diedero la loro disponibilità, stringendo un patto di ferro con gli uomini di potere.

Il piano era partito.
Tra risate e battute da bettola, cominciarono a disseminare nel paese che dir non so, piccoli bocconcini appetibili dagli animali di compagnia, certi che il loro scopo e quelli di chi li manovrava, avrebbe portato al risultato sperato nel giro di breve.

Ed infatti, poco a poco, cominciarono le morti degli incolpevoli animali, unitamente alla disperazione dei loro padroni, ed allo sconforto dei restanti popolani.

Nel giro di pochissimi giorni, il piano prendeva forma e raggiunse lo scopo prefissato mesi prima, e studiato a tavolino.
Il panico trovò attuazione.
Ma qualcosa andò storto.
Agli uomini-ombra, come si suol dire, prese la mano; il senso di invulnerabilità e di impunità li prese a tal punto, che uscirono dai piani concordati e stilati con gli uomini di potere, andando oltre e infestando massivamente il territorio.

Questa libertà di azione non piacque ai signori di potere e durante una cena con selvaggina fresca, dissero agli uomini-ombra che era il caso di finirla lì e terminare il piano, poiché il giochino era scappato loro di mano.
Se qualcuno mai avesse cominciato ad indagare, il patto infame e di sangue dalle parti, sarebbe potuto essere scoperto, con tutte le conseguenze del caso.
Ma il dado era tratto, e lo scempio assunse picchi drammatici.
Sicché cominciarono i giochi sinistri sullo scarico di responsabilità, tra gli uomini di potere e gli uomini-ombra.
Alcuni di questi ultimi capirono che era il caso di andarsene via per un pò dal paese che dir non so, con il placet degli uomini di potere; questo per consentire che l'indignazione di tutti potesse rientrare nella norma e come al solito, la dimenticanza potesse alfine sostituirla.

Nel frattempo, l'ispettore Zenigata scoprì questi intrecci, visto anche il forte pungolo proveniente dalla popolazione.
Ma il legame era talmente forte ed indissolubile che le sue scoperte furono glissate.
Talmente la potenza degli uomini di potere infestante, che riuscirono a rendere muta la scena, facendo finta che nulla fosse accaduto.

Si narra che a distanza di diversi anni da quel patto scellerato, l'ispettore, unitamente ai suoi uomini, non sia ancora riuscito a cavarci il classico ragno da un buco, e che anzi sia stato costretto ad abbandonare il paese che dir non so.

Rimangono le morti, il senso di frustrazione, le grasse risate della cricca putrida. Condita dalla consueta oscena impunità.

Nella storiella della buonanotte, non c'è un finale positivo, e neppure un sottinteso senso di morale.
Anzi...non c'è proprio nulla.
Esiste la dimostrazione che nel paese che dir non so, se hai le conoscenze giuste puoi fare quello che cazzo vuoi, uccidendo pure, che tanto rimarrai lindo come il sedere di un pargolo appena pulito.

E' una storia come tante altre, in cui la volontà di una giustizia chiara, non esiste.







30 marzo 2013

La nostra libertà è la tua partecipazione...già. Purtroppo mancano entrambe.

Sono diversi giorni che ho un senso di profonda mestizia e di incazzatura.
Avevo dato una personale apertura di credito verso questo attuale Governo, sperando che la crisi sistemica e finanziaria sammarinese lo portasse a prendere in esame cambiamenti epocali, e per una volta non popolari, verso la Casta in particolar modo.
Ed invece?
Un Tavolo di Sviluppo che segue semplicemente il volere di pochi personaggi immersi da anni oramai nello Star-System delle tre torri. Ma poi...quale sviluppo? Quello cinese? A che condizioni? O quello Russo? A quali condizioni?
Un Governo ed un tavolo di sviluppo poggiante di fatto sui famosi "contenuti" a discapito dei "contenitori"? E dove li si dovrebbero contestualizzare? Nel famoso Cloud?
Tutti impegnati nel dare un proprio contenuto (di parte) allo sviluppo teorico di una nuova economia, che pare invece essere il copia incolla della vecchia.
I nostri anziani solitamente dicevano: "t'è da scòr cumt magn". 
Assisto invece a paradossali interventi fuorvianti, anche nella stessa Sala Consiliare, dove 15 minuti di parole equivalgono alla fuffa, al nulla, la fine attuazione dell'arte oratoria politichese del parlare per non dire nulla, ma usando il microfono per farsi sentire che si è lì (invero in molti non fanno neppure quello...)
No, non mi sono ancora abituato a ciò e non lo farò mai. Parlare...parlare....parlare. Agire mai.
Assito a Istanze d'Arengo bocciate per una mera formulazione stilistica quasi fossimo in presenza di una Accademia della Crusca nostrana. Oppure accettarle con Ordini del Giorno, decisamente osceni.
Dimenticandosi che l'Istanza ha nella sua essenza anche uno stimolo delle idee che essa può apportare.
Od allo svilimento dello strumento referendario, con un progetto di legge SENZA QUORUM, osteggiato poichè per alcuni lo stesso quorum sarebbe uno strumento di tutela democratica!
Ma santo cielo. Cosa c'è di più bello ed etico nello scontro ideologico diretto di due Comitati, che dietro potrebbero avere tanti cittadini, piuttosto che invitare (e c'è chi lo ha fatto negli anni precedenti, lo stesso Sindacato nel 2007) la gente nel NON ANDARE A VOTARE, sicchè la soglia di validità dello stesso non si sarebbe mai raggiunta? Stiamo scherzando o cosa?
Assisto ad un Governo che procede fuori legge, come nel caso della Patrimoniale, andando oltre le tempistiche che esso stesso si diede a Dicembre 2012 durante la Finanziaria.
Che richiede sacrifici da parte tutti, purchè non si tocchino la stessa politica o le sfere dirigenziali della Pubblica Amministrazione, già enormemente avvantaggiate e senza alcuna responsabilizzazione per il ruolo che dovrebbero svolgere.
Tasse, che alla lunga serviranno semplicemente per porre un argine in un buco più grande di quello che si possa immaginare; tasse capaci solamente di deprimere un sistema e non il contrario, ovvero quello di crearne uno nuovo fondato sulla reale equità fiscale. 
Perchè?
Semplice; perchè i furbetti sono quelli che hanno sempre fatto girare la San Marino da Bere, coinvolgendo sia la politica sia le organizzazioni di settore in queste scelte atte nel non alterare lo Status Quo esistente. Con l'avvallo del popolo.
Assisto a complimenti dopo alcuni interventi in Consiglio del tipo: "appoggio quello che dici, ma sai faccio parte della Maggioranza, e non posso manifestarlo"...ma allora che cosa state (stiamo) a fare in quella sala? A spingere i bottoni? La gente ci ha votato per essere capaci di cambiarle le cose o semplicemente così, tanto per fare?
Non punto all'approvazione sui massimi sistemi. Preferisco sentire un bel "vaffa" perchè si toccano argomenti scomodi, piuttosto che le pacche sulle spalle.
Assisto a piani di rilancio o progetti del Centro Storico che prevedono lo stupro dello stesso.
Ma se lo dici passi anche per il solito patacca che non vuole fare le cose! 
Assisto a membri del Consiglio affermare: "io quei progetti non li ho visti, ma non mi devo sentire in colpa se non l'ho fatto". Quindi...oltre al pigiare i bottoni, non creiamoci nemmeno una idea di quello su cui stiamo parlando, tanto per non farci mancare nulla. Non si sa mai.
Ed eccole lì siffatte le tre scimmiette; quelle che non vedo, non sento e non parlo. Sinonimo di una società omertosa -nella sua più larga accezione del termine- irrimediabilmente colpevole.
Non esistono ideologie politiche. Esistono donne e uomini che se vogliono cambiare, POSSONO E DEVONO FARLO.
C'è paura, il timore di andare incontro ad uno scontento popolare e di voti che è dannatamente pestilenziale; una prostituzione mentale atavica oramai, difficile da debellare.
E si assiste alla latitanza del popolo, forse davvero la più brutta cosa in assoluto.
Nessuna manifestazione di affermazione dell'amor proprio. Niente. Nulla lo tocca.
Eppure stanno sgretolando le certezze di tutti. A questo punto siamo tutti colpevoli; si anche noi della minoranza, evidentemente non capaci di stimolare un approccio differente a questo stillicidio giornaliero. Ma noi non si mollerà di un millimetro, come il Don Chisciotte.
Ma il sammarinese è testa dura. Ha timore. E' di quel tipologia di persona che dice: "andiamo dai, ma prima parti tu". Potrei citarne a centinaia di esempi.
E' del tipo che: "il male è tutto della e nella PA", dimenticandosi che essa è un asset importantissimo della società, ma che andrà comunque rivista e corretta, e dimenticandosi soprattutto che nella PA vi lavorano quasi 5000 persone....ma tutte le altre? Dove sono? Tutti pavidi? 
SI!
Tutti bravissimi nel puntare il dito sui comportamenti altrui, ma nessuno capace di mettersi davvero in discussione, per estensione, su diritti acquisiti che dovrebbero tramutarsi in doveri in primis.
Fateci caso: tutti che hanno la soluzione al problema San Marino, ma nessuno che per primo dica che si debba rinunciare a qualcosa di acquisito.
No, così non si va da nessuna parte. 
Così muore un Paese; tutti cicale e poche formiche.
Ci stiamo deprimendo io per primo, perchè onestamente non capisco cosa possa far schioccare quella scintilla di civiltà in questo Paese.
Quando andammo sul Pianello diversi anni fa, qualcuno mi disse: "guarda che sino a che al sammarinese non toccano il portafoglio, non li vedrai mai qui". Affermazione tristemente vera ad onor del vero, ma avvilente.
Vi/ci stanno togliendo lo stato sociale e pian piano i diritti civili nel manifestare le proprie idee; e la cosa ben più grave e che lo stanno facendo tranquillamente, senza che dal popolo provenga una protesta che sia una.
Scandali finanziari? Malavita? Processi non conclusi? Certezza della pena? Corruzione?
Eppure sono capitati tutti questi accadimenti, qui in questi 61 chilometri quadrati, ma a vedere bene le reazioni, pare di stare in un altro Paese.
Va tutto bene madama la Marchesa.
Libertà è partecipazione.
Oggi non abbiamo nessuna delle due.
Abbiamo solo PAURA.
Personalmente non accetto la teoria paventata da molti per cui una ripartenza la si avrà una volta che si toccherà il fondo. Lo stiamo già raschiando con le unghie.
Ed allora sopraggiunge il tedio.

E questa volta "buonavitauncazzo".



2 marzo 2013

...ecco lo stipendio di un Consigliere

Come promesso, ecco qui lo stipendio di un Consigliere della Repubblica di San Marino.

Tre cose da tenere necessariamente in considerazione:

  1. In quanto dipendente privato, ogni qualvolta vi sia un Consiglio o una Commissione, usufruisco di PERMESSI NON RETRIBUITI.
  2. Dal totale, deve essere decurtato il 40% che è devoluto -come da Statuto di RETE- al movimento stesso, che poi deciderà a chi devolverli.
  3. I Consiglieri di RETE aderiscono alle medesime regole, e pure coloro che sono stati nominati nelle Commissioni a cui il movimento aveva diritto.
Ovviamente in nome della tanto declamata trasparenza usata a sproposito da molti miei colleghi, invito tutti a seguire il mio piccolissimo esempio nel rendere pubblici i propri introiti "politici".

Buona vita.




13 febbraio 2013

"Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente."



...le parole del titolo mi hanno sempre un poco scosso ed intimorito. 
Forse per l'enfasi che la Divina Commedia aveva su molti studenti agli inizi del rusch finale; praticamente una sorta di fio da dover pagare tutti quanti; un lasciapassare tra l'essere dei pivelli per accedere allo stadio successivo, ossia quello di adolescenti.
Resta il fatto che di quel tomo è rimasto un bellissimo ricordo, anche perchè unico esempio di umanità per chi come il sottoscritto decise di intraprendere una carriera scolastica prettamente di stampo tecnico.

Solletica la fantasia l'intera opera. Ognuno riesce ad immaginare l'Inferno, il Purgatorio ed il Paradiso come meglio crede ed il Maestro aiuta tantissimo con le sue spiegazioni.

Ecco. 

Immagino allora quelle parole stampigliate agli ingressi della nostra terra.
Chiunque ci si potrebbe rispecchiare, evidenziando quanto esse siano l'esatta trasposizione di che cosa oggi è San Marino.


Da anni siamo in una sorta di limbo, che si arrabatta tra una segretezza di stampo massonico sino al puerile tentativo di dare trasparenza alle cose più elementari (leggasi il Censimento). Una schizofrenia debosciata, una continua lotta intestina tra il bene ed il male.
La cosa paradossale è che tutto si concentra in pochissimi chilometri quadrati.
Pare d'essere nel gioco del domino con tasselli ben saldi sul terreno (tarato sul franabile andante) con alcuni di essi che non pensano altro che al rimanere in piedi a tutti i costi, a dispetto di quelli che li precedono e li seguono. Se un tassello non cade, il gioco non va avanti e si interrompe.

E siamo in presenza di tantissimi tasselli che hanno tali mire. "Che cadano gli altri, io rimango qui in piedi".
Ed allora assistiamo a spettacoli stantii di tavoli di progetto in cui tutti i rappresentanti del tassellificio difendono il proprio spazio vitale. Il "progetto" è solo un apostrofo nerissimo tra le parole "adesso" e "domani".

Che poi di progettualità nemmeno l'ombra se sapessimo scrutare con occhio arguto tutto quanto. 

Il tassellificio ha sempre gli stessi attori da anni oramai. 
Sanno menzionare leggi, commi, articolati e norme proprio perchè nei decenni precedenti, furono loro a crearne l'ossatura legislativa. Ossatura che però pare molto attempata invero, scricchiolante sotto i colpi di una potentissima osteoporosi.
L'impressione ad occhio esterno allora è quella dell'ennesima perdita di tempo, quando esso non c'è più.
Rincorriamo una crisi di sistema che è già in fuga dal gruppone, un pò come Lance Armstrong ai tempi d'oro. Una crisi dopata da un intero sistema Stato obsoleto.
Ci troviamo a vivere una crisi che va oltre la crisi.
Ma hanno la facoltà, costruitasi ad arte con anni di praticantato, nell'imbonire il popolino con favelle chilometriche il cui succo è: "va tutto bene madama la marchesa; dobbiamo fare tutti sacrifici" con l'inserimento di un messaggio subliminale: "ma prima cominciate voi".

Sanno celarsi dietro le loro dita, sino a mostrare -dopo mesi- Delibere beffarde, incentrate nella spasmodica ricerca di finanziamenti esteri, vero polso della mancanza di lungimiranza che gli stessi ebbero anni addietro. E poco importa che tali finanziatori abbiano gli occhi a mandorla, o la barba lunga, o turbanti, e che siano neri o arancioni. 

La corsa e la ricerca al maggior offerente è aperta. Il tassellificio delibera e conseguentemente decide della vita o della morte di tutto, pigiando bottoni all'unisono, in maniera robotica, senza coscienza alcuna.
Le continue rimostranze di coloro che alzano la testa e domandano semplicemente il perchè si attua ciò, crea in essi stupore. Altro non è che la trasposizione della schizofrenia poc'anzi citata. 
E' un pò come se cappuccetto rosso domandasse al lupo le motivazioni razionali del perchè si fosse allegramente ingurgitato la nonnina. Con tutta probabilità risponderebbe con un semplicissimo : "perchè avevo fame", difficilmente contestabile.

Pian piano i gestori del tassellificio hanno creato fondamenta granitiche. 

Le loro però. 
E si sono spostati al di fuori del percorso. Guardano a destra e vedono quelli caduti; guardano a sinistra e vedono quelli in piedi. E sorridono sapendo che potranno gestire le sorti dell'intero montepremi, come han fatto da sempre. 
In questo contesto è dannatamente difficoltoso pensare ad un pazzoide che possa entrare a San Marino per fare impresa e creare lavoro. Troppe lobby da compiacere e poco ricavo. Di conseguenza stallo dell'economia reale in attesa di un qualcosa che possa cadere dall'alto. A meno che accetti di entrare nel giochino, senza colpo ferire.

Lo dissi durante la mia unica campagna elettorale: dovremo essere in grado di farci in primis un bell'esamone di coscienza, prima di dare la colpa a chicchessia. 
Quella fabbrica di tasselli l'abbiamo sempre vista e diciamola tutta, a quasi tutti è andata bene per milioni di motivi.
Ma non ci hanno scandalizzato i Vallefuoco; non lo hanno fatto le numerose truffe perpetrate dall'essere uno Stato sovrano; non ci hanno scandalizzato tangenti di Stato spacciate per sovrapprezzi. Tantomeno lo hanno fatto le comparsate in rotocalchi giornalistici, difficilmente contestabili o le inchieste delle Procure italiane.

Nulla di tutto ciò ha scalfito quella granitica faccia di bronzo che abbiamo.
La forza dei tasselloni è proprio questa.

E ahimè, non lo farà neppure la crisi attuale.
Le fitte trame del tassellificio, con i relativi patti di sangue e d'onore sapranno offuscare ancora tutto.

Ed allora: "
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate".
Caronte!!!! Dove cazzarola sei?





22 gennaio 2013

Caro amico Toni Margiotta...ti scrivo...così mi distraggo un pò.




Questo è il testo di un comunicato stampa del Consigliere Toni Margiotta dato ieri alla stampa, dove l'amico si cimenta nel dare giustificazione a cotali comportamenti insulsi di Rete e dei suoi Consiglieri in merito al team che si è andato a comporre per la Spending Review.
Visto che inizialmente mi cita, mi pare obbligo fare qualche precisazione in merito.


Anche nell’ultimo consiglio la politica ha perso un’occasione. Ho deciso di scrivere queste righe stimolato dall’intervista di Matteo Zeppa, Consigliere di Rete, uscita domenica sull’Informazione. Intervista questa prevalentemente incentrata su argomenti scottanti in Repubblica, come Giustizia e Comissione Antimafia e sui quali, onestamente, mi trovo molto vicino alle posizioni del collega. Mi trovo però anche contrariato su come si possa sbandierare la trasparenza e, di conseguenza, la correttezza in alcuni casi e in altri no. 
Mi spiego meglio.
Matteo Zeppa e tutti i colleghi/amici di Rete penso siano concordi con me sul fatto che la Politica (e l’uomo politico) debba dare l’esempio con un segnale di cambiamento importante verso la cittadinanza, ed assicurare che le figure che avranno la responsabilità di rendere possibili questi cambiamenti (rivolti verso un Paese più equo, trasparente, solidale e leale) abbiano reali competenze e che siano orgogliose e meritevoli di sedere in Consiglio e non meramente sponsorizzate da vari Gruppi.
Purtroppo negli ultimi giorni ho sentito inesatezzeinesattezze e incompletezze in merito ai fatti avvenuti sulla nomina del membro dell’opposizione del Gruppo Tecnico della Spending Review, e questo dispiace tanto.
Vanno specificate alcune cose, altrimenti si rischia di non comprendere bene l’accaduto e soprattutto il perché di un’altra occasione persa.
Cittadinanza Attiva (Sinistra Unita e Civico 10) dopo vari incontri con i colleghi dell’opposizione, adottando un atteggiamento propositivo e pragmatico, si è impegnata a trovare un punto di incontro tra Intesa per il Paese e Rete, addirittura ritirando la propria rosa di candidati. Questo perché il gruppo di Cittadinanza Attiva era concorde sulla necessità di trovare una candidatura unica per tutta l’opposizione, visto che il membro in questione dovrà rappresentarla interamente le forze di opposizione e non solo una parte.
Il candidato di Rete, Maurizio Pallante, da un lato era sicuramente un candidato di assoluto rispetto, spessore e prestigio, ma, dall’altro, non poteva garantire la sua presenza in Repubblica per più di due giorni la settimana; avrebbe anche messo a disposizione un pool di collaboratori di Pesaro e Bologna e altre parti d’Italia per garantire almeno la presenza del suo gruppo di lavoro.
Questo fatto ha comunque sollevato perplessità all’interno dell’opposizione, per la “macchinosità” della proposta degli amici di Rete.
Contemporaneamente cresceva sempre più la volontavolontà di trovare una figura sammarinese, per il motivo che, per un progetto come quello della spending review della durata di soli quattro mesi, era opportuna una persona che conoscesse la storia, le dinamiche e le realtà del territorio.
Si è quindi deciso per la Dott.ssa Federica Renzi.
Ma non è tutto qui.
Cittadinanza Attiva, in accordo con Intesa per il Paese, ha proposto a Rete la nomina di Pallante quale consulente dell’intera Opposizione sia sulla spending review, sia sullo studio del risparmio energetico in Repubblica con mandato per l’intera legislatura.
E qui, oltre a non aver dichiarato pubblicamente la proposta dell’opposizione sulla possibile consulenza di Pallante, Rete e la Politica , hanno perso un’altra occasione.
Un’occasione persa perché gli amici di Rete hanno rifiutato la proposta, facendo vincere personalismi, individualismi e non il Progetto che si poteva attuare.
Un’occasione persa perché ancora una volta i cittadini hanno visto la politica discutere sui nomi e sulle nomine e non su argomentazioni di spessore come lavoro, Europa, patrimoniale, ecc. Un’occasione persa perché finalmente si poteva dare un segnale di cambiamento, dimostrando la volontà da parte di tutta l’opposizione di lavorare e collaborare in gruppo per il bene del Paese.
Un’occasione persa perché l’intera opposizione poteva avere al suo fianco un autorevole intellettuale come consulente per l’intera legislatura ed invece, a causa dei soliti e più volte denunciati personalismi, il nome di Pallante è stato portato in aula, sminuendolo con quei 7 voti.
Dispiace, ma ancora una volta si è persa un’occasione.
Tony Margiotta

Di seguito la mia piccola risposta:
Caro amico Toni, come non fare a risponderti quando poni l'accento sulla Trasparenza e quando mi citi in un tuo pensiero più ampio che prende spunto da una mia intervista che con la spending review c'entrava quanto i cavoli a merenda?
Troppo ghiotta l'occasione.
Allora, è bene ricordare come si svolsero i fatti il Giovedì della nomina.
Giusto per la Trasparenza...
La Reggenza rinviò il comma relativo alla formazione dello Spending Review Team di un giorno, su richiesta dell'intera minoranza, proprio perchè non vi era un nome condiviso, nonostante ne fossero stati fatti diversi e da tutte le liste che la formano.
Giovedì -appunto- dopo la sospensione delle ore 13.00, decidemmo come opposizione intera, di rivederci in Consiglio verso le 14.30 per fare il punto della situazione, visto che alle 15 si sarebbe dovuto votare quel benedetto nome.

Alle 14.50 ancora un nome condiviso non c'era, anzi la rosa si era ristretta sui due nomi, Renzi e Pallante.
Sempre a quell'ora un esponente del tuo partito domandò ai socialisti: “Ma la Renzi è al corrente che potrebbe essere votata?”.
Risposta laconica: “ah dì la devo ancora sentire...dopo ieri non ci siamo ancora risentiti”
Sempre dal membro del tuo partito uscì una frase molto infelice a mio avviso: “signori...tra dieci minuti dobbiamo votare; il mio partito voterà solo un nome che sia da tutti condiviso; dobbiamo dare l'idea di una opposizione unita, altrimenti la maggioranza godrebbe di questa situazione.”

Ecco il punto sostanziale di differenza tra me e te, o noi e voi per parlare più ampiamente.
Posto che non abbiamo nulla contro la signora Renzi, ma eravamo talmente convinti che il progetto Pallante avrebbe certamente portato qualcosa di forte a San Marino, che forse qualcuno avrebbe alzato il ditino e detto: "osta!".
Io /noi, ragiono/ragioniamo forse un poco utopisticamente di prospettive, di possibilità fattibili e ad ampio spettro; tu/voi di equilibri o di parvenze.

Durante uno dei miei primi interventi in aula, dissi chiaramente che: “personalmente appoggerò tutte quelle iniziative che possano portare ad un miglioramento del sistema San Marino, indipendentemente da chi sarà a proporlo. Non vedo il perchè ci si debba chiudere a riccio su schieramenti e preconcetti facilmente risibili.”. Ribadisco ad oggi questo pensiero che anzi si è ulteriormente rafforzato.

Vedi caro amico Tony...non mi basta dover condividere un nome solo per salvare la facciata “esterna”. Non sono e non siamo questi. Forse scoccia a chi come te fa parte di una opposizione, ammettere e condividere l'esistenza di altri che la pensano differentemente.
Posso capirlo. Prima era presente solamente il tuo partito quale estremo baluardo di cosa non so.
Adesso vi ritrovate fra i piedi quei rompicoglioni di RETE, a cui non va bene -a tuo dire- nulla. (ma tranquillo amico mio...non siete affatto gli unici a pensarlo...)

Vedi caro amico Toni. Il fatto che tutti abbiate rinunciato a portare a votazione uno dei vostri nomi, solo per compiacere i socialisti, per dare l'idea di una minoranza compatta, non rende giustizia agli intenti. Se come tutti si erano presentate delle persone con delle referenze e se come è stato dimostrato, per svariati motivi, ad alcuni non andavano bene, non mi pare altrettanto ovvio abbassare la testa e dire il famoso “obbedisco”. E' davvero avvilente questa compiacenza e non capisco neppure dove possa portare.

Credo che una pluralità di idee anche sulle persone, sia quanto di più eccelso possa esistere in una democrazia aperta. Ed invece si è nuovamente dimostrato che siamo in una democrazia chiusa o forse è meglio definirla, assoggettata.
Le proprie idee, le proprie motivazioni annichilite per una parvenza. Non credi che essa faccia parte della vecchia San Marino da bere?

Poi, per quel che riguarda la richiesta di una collaborazione futura con Pallante.
La proposta fu buttata lì in mezzo all'aria, non fu una richiesta ufficiale, tanto che non ricordo neppure chi l'abbia fatta. Ma ti rispondo con un esempio pratico che penso tu possa capire al meglio: secondo te, se ti venisse offerta la possibilità di aprire un concerto assieme a nomi importanti, per poi il giorno prima dell'evento ti fosse detto: “no grazie, abbiamo trovato”, daresti la possibilità a coloro che ti silurarono nell'organizzarlo l'anno seguente? 
Quindi dalla possibilità di poter incidere direttamente o collaborare con quella che a numeri è e rimarrà, anche se compatta, una minoranza? Rispondi sinceramente.
Proponendo Pallante, lo facemmo con cognizione di causa, domandando anche al Segretario Felici quanti giorni sarebbe dovuto essere presente a San Marino; ci venne risposto con “un minimo di due”. Oltremodo all'interno di quel budget di 3000 euro mensili spettanti alle persone che avrebbero formato il team, ci sarebbero stati due suoi collaboratori, uno di Senigallia ed uno di Bologna, più una persona quale Gigi Macina, nostra primissa proposta, bocciata pretestuosamente "perchè non laureato", dimenticandosi a cosa ha collaborato nel fare Gigi, oltretutto in maniera del tutto trasversale, comunque capace di spiegargli la realtà della Pubblica Amministrazione sammarinese. 
Insomma: quattro persone altamente specializzate e non manovrabili, in una situazione di sudditanza dettata dal 4 VS 1, derivata dalla composizione del team stesso. Non è anche questa Spending Review?
E NON MANOVRABILI, ribadisco il concetto tanto per essere chiaro.

La visione del politico capace di mettere di parte i propri interessi è interessante, ma io credo molto umilmente che portare avanti le proprie idee, anche se si è una goccia nel mare, faccia parte di questa visione. Non mi basta parlare, parlare, parlare per non lasciare nulla. Piace offrire alternative tangibili ed inequivocabili in ogni contesto. Questo è quello che deve fare il politico oggi.

Poi ognuno ha il sacrosanto diritto di dire la sua, ma non di celare gli antefatti solo per giustificare verso l'esterno una scelta non condivisa.

Sai che penso infine? Che questo team non porterà a nulla se non a sentenziare che ci dovranno essere dei tagli di personale, ancorché valutarne i reali sprechi materiali. Visto chi lo compone non mi sorprenderebbe affatto. Ed allora saremmo di fronte ai famosi “tagliatori di teste” piuttosto che di sprechi. 
Pallante e la sua storia, le sue teorie, i suoi saggi i suoi studi parlano di altro.

Noi parliamo d'altro in effetti.


1 gennaio 2013

Le risorse che abbiamo...e che siamo capaci di ignorare.

Differenti volte, capitando di correre nel fantastico scenario che va dal percorso che inizia di fronte a Banca Centrale, che sale sino in alto al Kursaal, e che da lì prosegue sino alla terza torre, per poi arrivare alla seconda, mi sono accorto (e non solo io) dello stato di estremo degrado di tutto. 
Aree lasciate in disuso, per nulla valorizzate, mancanza di cartelli con spiegazioni che possano servire a far capire dove uno va e l'altro no.
Poi vedo questa fantastica relazione tecnica, e mi chiedo: dove è il collo di bottiglia?

http://www.giuntedicastello.sm/uploads/media/Relazione_tecnica_illustrativa.pdf

Ma la valorizzazione di ciò che abbiamo, la lasciamo nella penna?
O tutto ora è in spending review, come le idee???

Un Paese bolso con menti bolse. 

Ecco ciò che siamo.
Adesso si guarda al "contenuto", come dice qualcuno, ma se il "contenitore" è un contenitore del cazzo, figurarsi poi come andrà finire!

Apriamo questi percorsi a tutti, facciamone usufruire ai turisti, ma in modo anche un poco egoistico ai sammarinesi stessi. 

Semplicemente per amare e valorizzare le cose che abbiamo già, senza bisogno di sputtanare i soldi in boiate come i vari expò....
Se sapessimo valorizzare ciò che abbiamo già, metteremo una bella base per partire.