13 febbraio 2013

"Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente."



...le parole del titolo mi hanno sempre un poco scosso ed intimorito. 
Forse per l'enfasi che la Divina Commedia aveva su molti studenti agli inizi del rusch finale; praticamente una sorta di fio da dover pagare tutti quanti; un lasciapassare tra l'essere dei pivelli per accedere allo stadio successivo, ossia quello di adolescenti.
Resta il fatto che di quel tomo è rimasto un bellissimo ricordo, anche perchè unico esempio di umanità per chi come il sottoscritto decise di intraprendere una carriera scolastica prettamente di stampo tecnico.

Solletica la fantasia l'intera opera. Ognuno riesce ad immaginare l'Inferno, il Purgatorio ed il Paradiso come meglio crede ed il Maestro aiuta tantissimo con le sue spiegazioni.

Ecco. 

Immagino allora quelle parole stampigliate agli ingressi della nostra terra.
Chiunque ci si potrebbe rispecchiare, evidenziando quanto esse siano l'esatta trasposizione di che cosa oggi è San Marino.


Da anni siamo in una sorta di limbo, che si arrabatta tra una segretezza di stampo massonico sino al puerile tentativo di dare trasparenza alle cose più elementari (leggasi il Censimento). Una schizofrenia debosciata, una continua lotta intestina tra il bene ed il male.
La cosa paradossale è che tutto si concentra in pochissimi chilometri quadrati.
Pare d'essere nel gioco del domino con tasselli ben saldi sul terreno (tarato sul franabile andante) con alcuni di essi che non pensano altro che al rimanere in piedi a tutti i costi, a dispetto di quelli che li precedono e li seguono. Se un tassello non cade, il gioco non va avanti e si interrompe.

E siamo in presenza di tantissimi tasselli che hanno tali mire. "Che cadano gli altri, io rimango qui in piedi".
Ed allora assistiamo a spettacoli stantii di tavoli di progetto in cui tutti i rappresentanti del tassellificio difendono il proprio spazio vitale. Il "progetto" è solo un apostrofo nerissimo tra le parole "adesso" e "domani".

Che poi di progettualità nemmeno l'ombra se sapessimo scrutare con occhio arguto tutto quanto. 

Il tassellificio ha sempre gli stessi attori da anni oramai. 
Sanno menzionare leggi, commi, articolati e norme proprio perchè nei decenni precedenti, furono loro a crearne l'ossatura legislativa. Ossatura che però pare molto attempata invero, scricchiolante sotto i colpi di una potentissima osteoporosi.
L'impressione ad occhio esterno allora è quella dell'ennesima perdita di tempo, quando esso non c'è più.
Rincorriamo una crisi di sistema che è già in fuga dal gruppone, un pò come Lance Armstrong ai tempi d'oro. Una crisi dopata da un intero sistema Stato obsoleto.
Ci troviamo a vivere una crisi che va oltre la crisi.
Ma hanno la facoltà, costruitasi ad arte con anni di praticantato, nell'imbonire il popolino con favelle chilometriche il cui succo è: "va tutto bene madama la marchesa; dobbiamo fare tutti sacrifici" con l'inserimento di un messaggio subliminale: "ma prima cominciate voi".

Sanno celarsi dietro le loro dita, sino a mostrare -dopo mesi- Delibere beffarde, incentrate nella spasmodica ricerca di finanziamenti esteri, vero polso della mancanza di lungimiranza che gli stessi ebbero anni addietro. E poco importa che tali finanziatori abbiano gli occhi a mandorla, o la barba lunga, o turbanti, e che siano neri o arancioni. 

La corsa e la ricerca al maggior offerente è aperta. Il tassellificio delibera e conseguentemente decide della vita o della morte di tutto, pigiando bottoni all'unisono, in maniera robotica, senza coscienza alcuna.
Le continue rimostranze di coloro che alzano la testa e domandano semplicemente il perchè si attua ciò, crea in essi stupore. Altro non è che la trasposizione della schizofrenia poc'anzi citata. 
E' un pò come se cappuccetto rosso domandasse al lupo le motivazioni razionali del perchè si fosse allegramente ingurgitato la nonnina. Con tutta probabilità risponderebbe con un semplicissimo : "perchè avevo fame", difficilmente contestabile.

Pian piano i gestori del tassellificio hanno creato fondamenta granitiche. 

Le loro però. 
E si sono spostati al di fuori del percorso. Guardano a destra e vedono quelli caduti; guardano a sinistra e vedono quelli in piedi. E sorridono sapendo che potranno gestire le sorti dell'intero montepremi, come han fatto da sempre. 
In questo contesto è dannatamente difficoltoso pensare ad un pazzoide che possa entrare a San Marino per fare impresa e creare lavoro. Troppe lobby da compiacere e poco ricavo. Di conseguenza stallo dell'economia reale in attesa di un qualcosa che possa cadere dall'alto. A meno che accetti di entrare nel giochino, senza colpo ferire.

Lo dissi durante la mia unica campagna elettorale: dovremo essere in grado di farci in primis un bell'esamone di coscienza, prima di dare la colpa a chicchessia. 
Quella fabbrica di tasselli l'abbiamo sempre vista e diciamola tutta, a quasi tutti è andata bene per milioni di motivi.
Ma non ci hanno scandalizzato i Vallefuoco; non lo hanno fatto le numerose truffe perpetrate dall'essere uno Stato sovrano; non ci hanno scandalizzato tangenti di Stato spacciate per sovrapprezzi. Tantomeno lo hanno fatto le comparsate in rotocalchi giornalistici, difficilmente contestabili o le inchieste delle Procure italiane.

Nulla di tutto ciò ha scalfito quella granitica faccia di bronzo che abbiamo.
La forza dei tasselloni è proprio questa.

E ahimè, non lo farà neppure la crisi attuale.
Le fitte trame del tassellificio, con i relativi patti di sangue e d'onore sapranno offuscare ancora tutto.

Ed allora: "
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate".
Caronte!!!! Dove cazzarola sei?