2 aprile 2017

A chi si scandalizza per le parole di Saviano...




17 Luglio 2014.

Che data è?
Semplice; si discuteva in Consiglio Grande e Generale una Istanza d'Arengo riguardante
l’introduzione, in ambito scolastico di corsi, seminari ed altri percorsi didattici di educazione alla legalità; e per l'istituzione, nelle Scuole, di una “Giornata della Legalità”; nonché l'introduzione, nel programma didattico, dell'insegnamento di educazione alla cittadinanza.
Come terminò la votazione della stessa? Con votazione segreta; e
passò per un voto...si UNO: 23 voti favorevoli e 22 contrari.
Spulciando i verbali della discussione emerse una posizione palesemente assurda: quella di Guerrino Zanotti, che allora rivestiva anche il ruolo di Presidente della Commissione Consiliare sul Fenomeno delle Infiltrazioni della Criminalità Organizzata, e che mi sento di riportare qui in modo fedele:
"
E' estremamente importante che la società civile si muova su questi temi. Temi su cui la politica invece purtroppo si mostra in ritardo. Rispetto alla posizione espressa dal Segretario Morganti sul non accoglimento dell’istanza, mi associo alle sue considerazioni. Ed anche a quelle del consigliere Renzi che è un ottimo conoscitore del mondo della Scuola. Non accetto che si tenti di fare passare il messaggio di una maggioranza insensibile a questo tema."
Membri dell'allora maggioranza, che sono -ma guarda un pò- anche gli stessi di quella odierna -ma con ruoli nettamente differenti- vollero in sintesi bypassare il recepimento proposto dagli istanti, proponendo un ordine del giorno: ossia l'arcinota supercazzola politichese.
Perché ricordo tale episodio?
Poiché due dei tre nomi qui sopra menzionati, Renzi e Zanotti appunto, oggi sono Segretari di Stato. Il primo con delega alla Giustizia, il secondo agli Interni.
E vuole il caso (??) che entrambi, a distanza di due anni e mezzo, rispondano in maniera piccata ad una affermazione dello scrittore Roberto Saviano. Ma che cosa avrebbe detto di tanto grave -oggi- Saviano? "
Ogni stato ha il suo buco nero: la Germania ha il Liechtenstein, la Francia il Lussemburgo, la Spagna Andorra. L’Italia ha San Marino. E tutti hanno la Svizzera e Londra".
Non devo difendere in alcun modo Roberto; non ne ho la capacità né la volontà di farlo. Ma è giusto porsi in maniera equidistante, cercando di analizzare le cose.
Parole pesanti come macigni in risposta ad una presunta lesa maestà; si va dall'incredulità all'indignazione; passando per i vecchi stereotipi che non ci appartengono in alcun modo, o ancora ad una evidente considerazione superficiale, fatta con capziosità, per un percorso (si questa è davvero bella, e si capirà più avanti) volto a promuovere ogni più efficace azione di prevenzione e contrasto del riciclaggio,
attraverso il sequestro di somme ingiustificatamente possedute.
Cosa sarebbe cambiato in due anni e mezzo? Questo bisognerebbe chiederlo ai diretti interessati, impegnati come sono a non voler vedere cosa è ancora San Marino. E ad attaccare lo straniero che osa fare affermazioni.
Mi si consenta allora di citare alcuni episodi di recente cronaca giudiziaria.




Il primo: 28 Aprile 2015.
Il denaro della mafia foggiana finisce a San Marino per un ammontare di quasi 10 milioni di euro, sollevata nei confronti di Luigi Cantatore di Bari e di Vincenzo Secondo Melandri di Ravenna. Il filone di indagini è quello ascrivibile all'operazione "Baccus", che vide anche una rogatoria su San Marino. L'indagine della DDA di Bari, con il supporto della Guardia di Finanza della stessa città e di Foggia, unitamente allo Scico di Roma, portarono a capire l'evoluzione del riciclaggio delle filiazioni malavitose. In questo caso, nel settore vitivinicolo, attraverso il commercio apparente del vino, attuando una ripulitura del denaro che aveva quale provenienza, quello eminentemente estorsivo, frutto di usura, traffico di droga, e (ciliegina sulla torta) una ingente truffa alla Unione Europea. Le somme sono presenti in un istituto bancario sammarinese.

Il secondo: 11 Settembre 2015.
Avviene a San Marino, la condanna di Guendalina Femia e del compagno Gianalberto Campagna. Condanna a 4 anni e 6 mesi di prigionia per riciclaggio. 2000 euro di multa, un anno e quattro mesi di interdizione dai pubblici uffici e sospensione dei diritti politici; confisca di 14.598,45 euro, con una ulteriore confisca fino alla concorrenza della somma per un ammontare di 1.298.498,53 euro.
Guendalina è la figlia di Nicola Femia, boss della 'ndrangheta, condannato il 22 Febbraio 2017 dalla procura di Bologna, a 26 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso. L'indagine è quella denominata "Black Monkey".
Nicola Femia aveva "costruito un impero economico ed imprenditoriale grazie al gioco d'azzardo". Giovanni Tizian, giornalista ed allora collaboratore della Gazzetta di Modena, per avere denunciato queste cose, era entrato nel mirino dei boss che "volevano sparargli in bocca". Condannata anche in quel caso, Guendalina Femia a 10 anni.
Tornando alla Guendalina "sammarinese", il Procuratore Fiscale affermò che le somme transitate sul conto corrente sammarinese dell'IBS, "sono riconducibili all'attività illecita di Nicola Femia."

Il terzo: 16 Dicembre 2016.
Inizia il processo a San Marino per Giovanni Costa. Mi si chiederà chi sia questo soggetto. E' presto detto.
Condannato a 12 anni per riciclaggio di denaro, è accusato di aver ripulito i proventi di attività di affiliati di Cosa Nostra. Dovrà scontare in totale 12 anni, 5 mesi e 17 giorni.
Nel 2001, la Procura della Repubblica di Palermo, a seguito di rivelazioni di alcuni pentiti, ha accusato Costa di aver riciclato 900 miliardi di vecchie lire di provenienza mafiosa, ritenendolo legato alla famiglia mafiosa di Portanuova. Nel 2004, Costa è stato sottoposto a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Bologna per 5 anni, con il sequestro di tutti i beni da parte del Tribunale di Bologna.
Questo stinco di santo, è presente in Repubblica poiché secondo l'accusa, avrebbe ripulito anche qui i denari descritti sopra. Come? Attraverso mandati ed intestazioni fiduciarie ascrivibili alla Costa Costruzioni. Che fra le tante società finanziarie ne aveva una -appunto- anche a San Marino. Pare che all'epoca dello scudo di tremontiana memoria, abbia tentato il famoso rimpatrio giuridico, indicando tale Angelino Coiro quale titolare effettivo della sua partecipazione in codesta finanziaria.
Ad AIF non sfuggì questa cosa, e partirono le indagini.


Ebbene; sono solo tre esempi concreti -nonchè recenti- di cosa è stato San Marino: un vero e proprio forziere, anche per le mafie. Che piaccia o meno sentirselo dire, è così ed è un dato di fatto.
Sono certe due cose: effettivamente il paese ha saputo reagire, anche con normative di recepimento obbligate dall'esterno in primis, se si voleva evitare un isolazionismo
de facto, mettendo in atto una consequenzialità di atteggiamenti diversi. Il caso Femia è emblematico: per una volta, la prima condanna è avvenuta qui!
Ma è altrettanto palese la malcelata volontà di non ammettere che le porte di quei forzieri qualcuno le abbia aperte. Come è del tutto evidente che sono stati intessuti affari con le cosche, concedendo a qualcuno di poterli gestire, alla stregua dei capitali di persone assolutamente normali.
 

Cari Segretari: se mi consentite le cose sono davvero differenti tra di loro.
E si; è molto più semplice attaccare lo straniero, il forestiero che osa dirle certe cose. Molto più difficile è ammettere -ad esempio- l'enorme maronata commessa durante la discussione e l'approvazione di quella Istanza d'Arengo, che parlava di legalità e dei percorsi per attuarla. Che ci tengo a ribadire, non è certamente passata grazie ai vostri voti. Risponderete che sono cose che stanno su piani differenti. Io non credo. Anzi. Quell'Istanza d'Arengo aveva il dovere morale di essere votata all'unanimità, per avere un punto di partenza anche civile.

Ed in tutto questo edulcorato candore per la legalità, cosa farete adesso, che dovremo restituire - come Stato- 458.000 euro a Michelangelo Fedele?
Soldi frutto di ricettazione, estorsione e sequestro di persona, condannato dal nostro Tribunale, e già sottoposto a custodia cautelare precedentemente in Italia, con in capo diversi accuse penali. Persona ritenuta vicinissima alla ‘ndrangheta.
A chi si darà la colpa in questo caso? Ah si...pare che ora vorrete intentare la causa civile, per evitare di ridarglieli indietro.

E' difficile lo ammetto, avere coscienza di ciò che siamo stati e che qualcuno (e non certo il sottoscritto) rimpiange pure un pò.
Ma la nostra Storia dovremmo conoscerla meglio. Una Storia molte volte frutto di furbizie, piuttosto che di slanci evidenti nell'essere virtuosi.
Siamo in quella fase in cui si vorrebbe partire, ma ci sono dei lacci e lacciuoli con il passato, che pare non vogliano mai terminare.
Dovremmo essere capaci di cospargerci il capo di cenere ed ammettere che se è vero come è vero che anche le mafie suonavano il campanello, qualcuno quella stracazzo di porta gliela avrà pure aperta o no?
Sarebbe un buon punto di partenza, piuttosto che attaccare a testa bassa chiunque da esterno ce lo ricordi.
Sapete che c'è inoltre?
Quello cui oggi mostrate l'indice scandalizzato, scrisse un articolo il 3 Giugno 2015, dove invece elogiava San Marino, in merito ad un fascicolo aperto sull'avvocato dei boss Casalesi, Bidognetti e Iovine. Concluse quell'articolo così:
"
Come ho avuto modo di spiegare in un recente intervento a Losanna, l’intreccio tra banche e mafie è molto più vicino a noi di quanto non si possa immaginare. Non servono le isole Cayman: la mafia da tempo trova canali di appoggio finanziari nelle banche europee, su piazze di grandissimo traffico come Londra, ma anche in aree considerate di periferia, come l’Austria o la piccola Repubblica di San Marino."
Dunque non mi pare che abbia detto nulla di nuovo, o nulla per cui non essersi dovuti scandalizzare un anno e mezzo fa. Basta leggerli gli articoli. O se dovessero mai sfuggire, ricercarli. Ed in quel periodo eravate al Governo.
Non sopporto davvero chi non è capace di analizzare i propri limiti. E ciò indipendentemente che chi li evidenzi si possa chiamare Tizio, Caio, Roberto o Enzo.
Pretendo più rispetto da chi è originario sammarinese, anche perchè nel mare magnum del sistema bancario sammarinese ci siamo dentro gioco-forza tutti.
Ed una piccola ma importante fetta di quegli incagli, sono dovuti anche ai soldi delle mafie. E non si accettano smentite in questo caso.
O vogliamo incolpare Saviano anche di quelli?