30 marzo 2012

Scelte...





E' un periodo di fermento sociale, causato da una tostissima crisi finanziaria e conseguentemente di sistema.
Però è bene dire che vi è fermento e fermento.

Tutti hanno soluzioni o alternative a questo sistema debosciato. Chi vuole tagliare gli impiegati della PA, chi vuol aprire una casa da gioco.
Per una volta non entrerò nel particolare, criticando o avvallando certe scelte, anche se le mie idee sono chiare.

Il problema fondamentale è ciò che chiamo "spendibilità sociale", ossia ciò che rappresenta una persona in un contesto allargato (che sia un movimento, una associazione). Per dirla in parole povere e senza tanti voli pindarici: vi sono persone che tentano di riciclarsi oggi, quando ieri fecero parte di un certo sistema, lo stesso che alla lunga ha ammorbato San Marino, e vi sono persone che con quel sistema nulla hanno avuto a che fare.
E' un problema di scelta e di una certa dose di sfacciataggine. Questa per coloro che si inventano "nuovi profeti" dopo un passato torbido null'altro è che paraculaggine, sostenuti dal fatto che la "memoria sammarina" non ricorda (appunto). Per i nuovi è semplicemente incoscienza.

Tra i "falsi profeti" in più vi sono persone che lavorano nell'ombra, e che cercano di cavalcare l'onda del disagio sociale acclarato, per fomentare qualcosa di nuovo, non giocando a carte scoperte. E qui vi sono le nascite di movimenti dai nomi che richiamano il contatto con questa Terra, o con qualcosa di civico. Tutti belli e condivisibili i punti enunciati dai loro supposti programmi, ma mancanti di una cosa fondamentale: I NOMI ED I COGNOMI DI COLORO CHE FORMANO TALI COSE.
Parrebbe una cosa di poco conto, ma è fondamentale avere la coscienza nel palesarsi, avendo cura di possedere una propria coscienza di sé.
Come scritto tantissime volte, pare che vi sia un certo grado di timore nel mostrare il proprio status. E questo fa nascere due differenti considerazioni: la prima; o non si ha il coraggio delle proprie idee, evidenziando in tal modo una insicurezza (assolutamente motivata, visto il grado di partecipazione o di prese di posizione, drammaticamente latenti in questa terra desolata) sociale, suffragata da una possibile nonché tipica ghettizzazione propria di una comunità ristretta. La seconda: si è in presenza di "paraculi" ossia di coloro che hanno motivazioni ben più gravi per non palesarsi, che possono spaziare dall'essere invischiati con il vecchio sistema, o esserne totalmente pervasi.
Resta fuor di dubbio che comunque chiunque si celi, è in errore. 
Assolutamente risibili e fanciullesche sono le motivazioni di colui o coloro che ultimamente si fa/fanno chiamare "tre minuti per San Marino". Tale o tali personaggio/i hanno la supponenza di unire coloro, movimenti piuttosto che associazioni, singoli cittadini, che parlano fuori dal coro. Bella faccia tosta. Il tutto senza chiarire chi esso/i sia/siano!!!


I furbi mangiano pane e volpe a colazione del resto.
Partecipai alla serata proposta da costui/costoro, con sentimento di viva curiosità. Ci trovammo in diversi (ne contai sessanta, al contrario del signor Cavalli, redattore di SMOGGI per cui eravamo in poche decine.....) innanzi alla Pieve, a parlare poi delle medesime cose. Diciamocelo....siamo sempre i soliti, ma va bene lo stesso. Ma tutti con l'atavico dubbio sul chi fosse l'organizzatore, cosa assurda.

E poi movimenti simili che fanno della trasparenza il moto rivoluzionario, ma che non si firmano. Cazzo che rivoluzionari!!!!

Infine i movimenti con i "grandi vecchi", dispensatori di saggezza popolare a iosa, quasi mielosi, capaci di affabulare le menti del povero popolo bue; coloro che di riffa o di raffa fecero parte della "San Marino da bere".....verso essi, va tutto il mio personalissimo astio.

Bisogna essere in grado di ponderare le scelte, poter pesare chi si propone, poter decidere se essere a suo favore o contro di esso.
E' una questione di scelte, fatte verso persone che si qualificano come individui, e non perchè vezzeggiano la fuffa.

Ho sempre votato nella mia vita e lo feci sempre guardando l'individuo, cercando anche di estrapolare il contesto nel quale si andava ad inserire. Ci possono essere "pecore nere" anche all'interno di un movimento apparentemente immutabile. Chi votai, non fu mai eletto (forse sono io che gli porto sfiga) forse perchè impossibile emergere in una immonda compravendita di voti elettorali, (nel caso c'è ancora una denuncia in tribunale durante le penultime elezioni....) fatta solo ed unicamente per non mutare lo status quo. E di questo LORO hanno una fottuta paura.
Quando un gruppo di persone assolutamente normali, si uniscono in maniera TRASPARENTE dando in primis le proprie generalità, è proprio in quel contesto che si percepisce la LORO paura.

Ed è ancora più bello poterli combattere, avendo un NOME ED UN COGNOME, mettendone a rischio la (poca) credibilità, figlia solo di mercanteggio.

Il normale intimorisce il potente.
Non deve dimostrare nulla, se non un profondo sentimento di amore per la propria terra o perchè essa si possa ridestare dal fondo del barile.
Il normale ha care le sorti degli altri normali. Sa bene cosa voglia dire fare fatica ad arrivare alla fine del mese....sa bene cosa voglia dire far quadrare i conti. Sa bene cosa voglia dire perdere il lavoro.
Chi da anni ha governato questa terra, lo ha fatto non sapendo cosa voglia dire essere e vivere nella normalità, e moltissime volte NON LAVORANDO!!
Hanno sempre spinto per non esserlo, fagocitando tutto.

Bhe....quel tempo è terminato.
Personalmente, se non ci saranno alternative a questo lerciume, butterò in aria la mia scheda elettorale.
Ma credo che di alternative possano essercene, magari con idee innovative che non saranno immediatamente applicabili; ma è e sarà un lungo percorso, che prescinde solo una cosa...il cambio di mentalità e di prospettive.
Ma saranno persone NORMALI, CON NOMI E COGNOMI, poco inclini al dialogo con LA CASTA, o con i cialtroni anonimi, molto aperti invero con coloro che vorranno combatterla.

E' ora di finirla.
Torniamo a fare della normalità una scelta di vita.
Torniamo ad essere umani.

22 marzo 2012

...in attesa del Congresso CDLS















Solitamente un Congresso, in qualsiasi contesto possa trovare attuazione, è un possibile punto di svolta.
A tale evento ci si ritrova per poter tirare le conclusioni di un percorso fatto e di progettualità future.

Il titolo scelto dalla Segreteria della CDLS, “OLTRE LA CRISI”, rende palese l'idea del contesto socioeconomico nel quale questa martoriata Nazione si ritrova.
Una Nazione devastata sotto tutti i punti di vista.
Sia a livello culturale, sia a livello sociale, sia livello economico nonché di prospettiva futura e non solo per il mero aspetto di quello prossimo, pressoché inesistente, ma particolarmente per quello più a lunga gittata, che riguarderà pertanto non solo il nostro, ma anche e soprattutto di coloro che oggi sono i nostri figli e che saranno i futuri e fattivi costruttori della nuova San Marino.
E' sintomatico che quasi in concomitanza, vi siano tanti congressi di differenti Rappresentazioni Sociali o di categoria, che onestamente, di nuovo o di novità hanno davvero ben poco, eleggendo quasi sempre persone già presenti, simulando in tal modo cariche “a rotazione circolare” ossia dell'oggi tocca a te domani a me.

Poco di nuovo e di sostanzialmente diverso emerge da tali assisi.
Anche perchè, proprio ad essere onesti, sia gli eletti altolocati che i subalterni, fingendo una gara democratica da dare in pasto all'esterno (ovvero alla cittadinanza intera), sono in realtà conciliaboli semiclandestini preconfezionati e precostituiti. E pur facendo emergere nuove cariche, a guardar bene non sono altro che le stesse persone colpevoli (chi più chi meno) o compiacenti con le varie crisi descritte sopra.
Guardando bene è proprio così.
Mi viene da dire che in Paese così piccolo e limitato, sia per conformazione geografica sia per materiale umano, non possa che esserne la sua normale connotazione. Ma non ci posso e non ci voglio credere.

Credo invero che all'interno di tutto ciò che è una Organizzazione possano esserci le classiche “pecore nere” ossia coloro che sono capaci nell'andare oltre l'apparenza delle cose, coloro che vogliono cambiare lo status quo regresso (e precostituito) e che nulla hanno a che fare con il dilettantismo odierno.
Ci sono e ne sono cosciente. Ma numericamente sono inferiori, e non possono emergere. Sono in sospensione, messi da parte o cacciati. Riferendomi alla recente storia della CSU, ricordo ciò che capitò a coloro che poi formarono il movimento di Rinnovamento e Trasparenza, ed alla battaglia che la stessa intraprese contro i Referendum del 2007, che se non fosse stato per l'attuale legge Referendaria, sarebbero passati. (ennesima dimostrazione, tale legge appunto, di quanto si vogliano costringere le volontà popolari...)
Se pensi a colori in un paese a tonalità grigie, sei appestato.
Se proponi maggiore equità sotto tutti i punti di vista, sei visto quale un ufo.
Se manifesti il tuo dissenso al di fuori di qualsiasi bandiera, in una piazza, sei un facinoroso.
Se critichi palesemente l'operato di una segreteria sei un critico che non fa proposte.
Facile intuire che siamo pertanto ad un punto di svolta epocale. O si rimane sugli standard del “volemose bbene”, un poco per tutti ma in maniera ben mirata, oppure si cominciano a fare le cose sul serio, partendo da un riconoscimento che di fatto, oggi non esiste: UGUAGLIANZA ed EQUITA'.
In molti utilizzano tali termini, non potendolo fare nonché poterselo permettere nella maniera più assoluta. Ed in molti fanno orecchie da mercante o ancor peggio, facendo spallucce.
Se non si ha il coraggio di intraprendere un percorso reale che possa portare alla consacrazione fattiva di tali parole, tutto va a finire in fuffa (in nulla).

UGUAGLIANZA ed EQUITA' nella più antica Repubblica del mondo semplicemente NON ESISTONO. Esistono per contro, i loro opposti.
Basta leggere gli avvenimenti accaduti nel recente passato per capire a cosa mi riferisco.
Dentro il grembo di questa nazione, vi erano persone e personaggi che la dileggiavano con evidente placet e compiacenza dall'alto. Persone che hanno fatto entrare soldi sporchi di dubbia provenienza, che in realtà di dubbioso avevano ben poco....erano soldi sporchi.
In una realtà di 61 chilometri quadrati, sino a pochi mesi fa, regnavano 14 Istituti Bancari, una sessantina di finanziare e diverse migliaia di licenze, sfido chiunque nell'aver pensato di essere una nazione di filantropi!
Difficile dare una risposta della loro reale esistenza, guardando (come sempre) la limitatezza del territorio e l'esigua popolazione residente. E' un tipo di critica che va fatta e che potrebbe essere banale, ma guardiamo sempre che cosa siamo.
Ora, gli stessi che hanno permesso il tracollo di un sistema, si affrettano nell'affermare che è ora di un cambiamento; anche gli stessi che si sono macchiati del peccato originale. E non mi riferisco solamente all'attuale classe dirigenziale politica.
E' tutto il cucuzzaro ad essere marcio sino nel midollo.

L'Equità non la si ricerca se non si attuano precisi strumenti di contrasto verso coloro che l'hanno sempre bypassata. E viene da sé che la stessa Uguaglianza ha le stesse e medesime problematiche di attuazione.
Se non si vuole davvero perdere tempo è ora di attuare un radicale cambiamento nello stile di vita, nella mentalità, cominciando dalla cosa più improcrastinabile: sana autocritica. Difficile per carità, perchè ciò presupporrebbe ammettere errori e mettere in piazza altarini, lacci e legacci che uniscono radicalmente molte e troppe realtà sociali sammarinesi.
Ma è la stessa sopravvivenza del Paese che richiede ciò. Non si può e non si deve dare più spazio a chi è stato fattivo sostenitore o peggio ancora, ipocrita accondiscendente spettatore di tale scempio.

Veniamo al Sindacato.

Ad esso si rivolgono i lavoratori per tutta una serie di motivazioni che vanno dalla sicurezza sui posti di lavoro, piuttosto che varie beghe di ordinaria amministrazione. Posso dire una cosa, spezzando forse l'unica lancia a suo favore: è stato subissato dalla crisi, trasformandolo quasi in un Ufficio parastatale del Lavoro. Capitandoci non spessissimo, ho comunque sempre notato la fila di persone con problemi di svariato genere, dalla perdita del posto stesso, a difficili nonché particolari procedure per usufruire degli ammortizzatori sociali previsti dallo Stato. Ciò è pessimo, poiché non è il compito che deve svolgere il Sindacato; esso non è lo Stato, ne può pensarlo di esserlo....è altro. Forse il reale polso di quello che un Segretario continua in maniera petulante a chiamare “Sistema Paese”, lo si può solo testare andando alla CSU, ed allora ci si renderebbe anche conto che è fuorviante parlare di esistenza di uno Stato.

Ma la struttura sindacale ha un dovere in primis: COMBATTERE affinché i diritti del lavoratore siano recepiti da chi governa. E' questo il punto nevralgico di tutto.
In questo “sistema Paese” si ha la netta impressione che la bilancia invece penda sempre più verso chi il lavoro lo fornisce, e verso coloro che ne rappresentano i diritti.
Dimostrazione palese ed insindacabile: il mancato rinnovo di tutti i contratti di lavoro. Cosa assurda, ma talmente assurda da risultare reale più dell'acqua che scorre nei fiumi.
Si ha la percezione che alcuni personaggi siano collegati da un filo unico, a mò di marionetta, poiché sono talmente capaci nel negare l'evidenza che fanno dannatamente schifo. E che quel filo se dovesse realmente spezzarsi, farebbe crollare tutto il castello di carte costruito in aria. Ma siamo esattamente al punto: quel filo va spezzato.

Come ho avuto sempre modo di dire in tutte le occasioni a me concesse, il Sindacato ha una colpa unica: detenere al suo interno humus della politica, che ne inficiano la reale potenza sociale costruita negli anni. Sarò ancor più diretto: vi siete mai posti la domanda del perchè alcune splendide iniziative intraprese dalla CSU siano miseramente fallite, dopo un ottimo inizio? Semplicemente perchè probabilmente redarguiti da chi siede in alto.
Tutto molto semplice.
Ottime e lodevoli eventi (a volte anche storici) quali lo sciopero generale di due anni fa (legge Finanziaria); la raccolta di firme (credo oltre 8000...e se ci pensate bene, fu un successo enorme, poiché quei numeri sono quasi da approvazione di un Referendum!!!) per i frontalieri; gli scioperi interzonali nelle zone Industriali.
Tutte ottime iniziative, messe in atto da un nugolo di persone, ma che di risultati hanno portato: ZERO, minando la stessa credibilità del Sindacato agli occhi dei lavoratori.

E non credo e tantomeno voglio nemmeno pensarlo, che sia per la mancanza di capacità.
Chi le organizzò ebbe il merito di pensarle, di proporle, di andare nelle fabbriche a parlare davanti a persone di nazionalità differente e dire che era necessario un atto di coraggio.
Ma temo vivamente che nella realtà delle cose, pure all'interno della struttura sindacale, vi siano i famosi lacci e legacci di cui sopra, che impediscono a chi davvero possiede nel DNA la lotta, di emergere.
E' dannatamente reale che di visi segnati dalla frustrazione ne vidi parecchi....così come notai visi di chi in realtà, non importava nulla di tutto ciò, belando da dietro i muri con concettualità del tipo: “dovevamo farlo....lo abbiamo fatto, ma ora basta”, annichilendo il tutto e riportandolo nella sfera dell'indifferenza sociale.

Bhè...un Sindacato non può essere questo.

Io mi fido di esso, della sua storia; non posso NON credere che sia talmente pervaso anch'esso. Ed allora ai Delegati che dovranno votare e rinnovare le prossime cariche, dico solamente una cosa: saranno tre giorni di Congresso FON_DA_MEN_TA_LI; vi saranno numerosi interventi.
Ponete tanta attenzione a tutte le parole che saranno dette.....ma aguzzate le orecchie quando sentirete proferire dal pulpito concetti del genere: “ABBIAMO FATTO, ABBIAMO CHIESTO”...ecco queste sono le persone che devono giustificare un fallimento; quelle che parlano al plurale, ma che devono difendere anche interessi personali.
E di contro, ponete invece attenzione a coloro che diranno: “NON ABBIAMO FATTO; NON ABBIAMO CHIESTO”...esse sono l'anima critica che devono necessariamente emergere, quelli che sono in minoranza e che hanno questa occasione per parlare. Queste sono le persone che hanno nel loro intimo la reale percezione dei termini UGUAGLIANZA ED EQUITA'.
Persone che non hanno gangli politici da difendere, ma che hanno quale unico scopo la difesa dei diritti dei lavoratori, siano essi pensionati, privati o pubblici.
Vi sono davvero troppe differenze tra tutti questi, create ad arte (e lo sappiamo tutti) durante incontri anche abusivi, per difendere lo “stato acquisito”.

I lavoratori hanno una proprio dignità e va rispettata. I datori di lavoro pure.
Ma l'ago della bilancia è palesemente spostato verso questi (legge Mussoni in primis...) e non credo che ciò sia giusto. Ci deve essere più equilibrio, analizzando tutto il contesto in cui viviamo; coscienti che siamo in un Paese che ancora ha nel fenomeno del “lavoro nero” uno spauracchio mai sopito e mai realmente e volutamente combattuto.

Ed il Sindacato, quello che io associo a tale nome, DEVE combattere in tutte le maniere affinchè ciò possa essere perseguito.
Dando una spallata decisa partendo in primis dal suo interno; mettendo nell'angolo coloro che non hanno la voglia di cambiare, non per semplice indolenza (si noti bene) ma perchè messi lì apposta dalla classe dirigenziale politica.

Parrò un complottista, ma la piccola esperienza maturata al suo interno, le relative esperienze personali, il mio essere attivista a tutti gli scioperi (meno l'ultimo, sciaguratamente svolto a Serravalle...), mi portano a tali conclusioni.

Quindi cari Delegati: non lesinate attenzione alle parole che saranno dette, perchè nella vostra carica v'è la coscienza di coloro che hanno votato per voi, appunto per delega, credendo in voi e nella vostra rappresentatività.

Ci tenevo davvero a mettere i puntini sulle i anche per il futuro, sempre che non mi gambizzino (eufemisticamente parlando).
A me questo Sindacato non piace.

IL SINDACATO E' DEI LAVORATORI!
E' PER I LAVORATORI!
NON E' PER I GOVERNATORI!

Coraggio e palla al centro. C'è da cambiare una Nazione ed un sistema di vita.

(mettetevelo bene in zucca).

Buona vita

Matteo