11 dicembre 2011

L'affaire Puntoshop...cronaca di una sconfitta per i lavoratori (pezzo per il Donchi)


E' difficile poter pensare di avere un futuro. Questa storia vuole solo essere una chiara esemplificazione di come sia difficile per dei lavoratori vedere saldati i propri diritti e mettere in evidenza che tutte le parti in causa, chi più chi meno, se ne lavarono le mani. Sono un ex dipendente Puntoshop, ora Modulor Shop srl, che unitamente a tutti coloro che sopravvissero alle vicissitudini della prima società, a distanza di 7 mesi da un accordo datato Aprile 2011, devono ancora essere saldati dalla stessa. Nel mio caso, in particolare, da prospetto, ho un credito residuo di 4.177,16€...
Ma iniziamo. Tutto quello che lasciò la Puntoshop è un buco da 3,5 milioni di euro verso lo Stato, 116 dipendenti in bilico, una moratoria assurda (basta leggere il copioso plico), per la quale la metà di essi sarebbero stati riassorbiti in riqualificazione, un anno “di ferma” nell'attesa di un compratore, ferma da intendersi che il fatturato NON POTEVA MAI ANDARE SOTTO LO ZERO, ed ove essendo appunto in regime di sospensione, non si dovevano toccare i livelli dei lavoratori o pagare straordinari (per ovvie ragioni). Piccola ma necessaria parentisi; tale crisi non dipese da nessun cattivo rapporto con l'Italia e nemmeno da quella economica. Accadde perché doveva accadere o perché qualcuno fece il passo più lungo della gamba. 
Bene...avvenne esattamente il contrario: aumenti di livelli, 3 persone che nel solo periodo da Gennaio ad Aprile “bruciarono” il bonus delle 140 ore concesse dalla allora legge sugli straordinari aziendali, per la quale oltrepassato quel numero, si rendono necessari particolari accordi tra ANIS, CSU e Azienda per porvi un rimedio (nulla successe in tal senso nonostante le mie numerosissime mail al riguardo...). 
A fronte di ciò in molti si ritrovarono di fronte a dilazioni di stipendi, mentre qualcun altro godeva del privilegio avuto. In tale contesto, arrivarono i compratori. Il Gruppo Omega, tristemente noto in Italia per la loro storia di acquisizioni di ditte in difficoltà, con conseguente defalcazione degli asset societari e del personale, che ebbe i suoi problemini mesi dopo, con arresti eseguiti in Italia. (si veda a tal proposito il link http://collettivolavoratorigetronics.blogspot.com/2010/07/arresti-eutelia-agile-e-omega-samuele.html


Alla fine rimanemmo in 56, tutti gli altri in mobilità.
Tralasciamo tutto il resto ed arriviamo al 2011. 
Ebbene, nonostante le personali raccomandazioni e conseguenti faldoni dati in mano a chi di dovere, con testuali mie parole: “sono un lavoratore lì dentro, capite anche che è un modo di darsi la zappa sui piedi, ma guardiamo bene chi ci portiamo in casa, visto che di danni i precedenti ne hanno fatti sin troppi”, un inizio di cassaintegrazione a zero ore per circa 18 persone e 16 riprese al lavoro, protrattasi per circa 6 mesi (Giugno/Luglio), passando per i 4 mesi iniziali dell'anno in cui non arrivò nemmeno l'assegno della CI per l'ennesimo cavillo burocratico, arrivammo al famoso accordo di Aprile 2011. Che si dice in questo accordo? 
Riporto fedelmente ciò che è scritto sul verbale di accordo al punto F in particolare:


Le parti prendono atto che alla data del 28/2/2011 il credito netto maturato in capo ai dipendenti della Web Market (società in liquidazione nuovo nome dell'allora PuntoshopRSM SRL) risultante dalle buste paga di Dicembre 2010, Gennaio e Febbraio 2011, oltre al TFR 2010, ammonta ad oltre 200 mila euro, escluse le indennità a carico dell'ISS. In riferimento a tale credito la Modulor Shop SRL (l'attuale società) si impegna ad acquistare dalla Web Market (generando così liquidità alla stessa che userà secondo le norme che il suo status impone) per un valore ad almeno 200 mila euro con CADENZE MENSILI in tranche da 40 mila euro (circa) a far data dal 30/04/2011 come di seguito indicato: 1°tranche: 30/04/2011
2°tranche: 15/05/20113°tranche: 15/06/2011
4°tranche: 15/07/2011
5°tranche: 15/09/2011
Con riferimento ai ratei relativi alle mensilità del 2011 non corrisposte (quota parte TFR, tredicesima e ferie relative al periodo 1°Gennaio 2011- 17 Aprile 2011 o comunque alla data di effettiva assunzione) l'impegno di Modulor Shop srl verrà adempiuto tramite l'accollo diretto di tali costi e quindi successivamente corrisposto alle scadenze naturali.”


In calce ad esso, le firme delle varie parti in causa, ossia il Segreterio al Lavoro, il Segretario all'Industria, Anis, Csu, ditta nuova (Modulor Shop), ditta in liquidazione (Web Market). 
Tutti felici e contenti quindi (apparentemente), invece tutto ciò che fu scritto in quell'accordo che comprendeva oltre alla sistemazione del personale, anche il rientro crediti della vecchia società, è equiparabile a carta straccia. Succede anche questo in questa benedetta Nazione. Chi mi conosce, sa che non mollo l'osso quando noto che vengono disattesi i più normali diritti dei lavoratori, ovviamente non solo i miei, per cui cominciai la mia personale battaglia contro queste teste di ponte. 
Lotta iniziata con incontri, proseguita con mail e sms. Il tenore inizialmente garbato, andò via via degenerando, sino a toni accesi (mi prendo la mia parte di responsabilità in questo senso). Addirittura, la parte imprenditoriale diede la colpa alla curatela (gli stessi che gestirono la famosa moratoria....mhmmmm) rea di interporre troppi cavilli alla nascita del progetto. Di contro, la stessa curatela, evidenziava la grossa criticità dei nuovi proprietari, che nel frattempo dichiararono d'essere usciti dal gruppo Omega. 
Nel mezzo i lavoratori, che ovviamente da buona ultima ruota del carro, se la prendevano "in der posto”, con ritardi “monstre” sul pagamento delle spettanze. Si arrivò sino ad un fatidico incontro presso i locali della CSU, con dipendenti e amministratore, metà estate 2011 più o meno, laddove lo stesso affermò che era necessario, per la stessa sopravvivenza della ditta e del progetto (il problema fondamentale a detta di questo, fu un finanziamento estero che doveva arrivare a San Marino, passando per l'Italia.....sappiamo bene che non ci sono assolutamente buoni rapporti tra i due Stati...) inserendo in mobilità alcuni dipendenti di quelli mai ripresi. Ovviamente se ciò fosse accaduto, la ditta stessa avrebbe dovuto pagare sull'unghia ANCHE il mancato preavviso, oltre alle somme ancora non versate del credito residuo. Non sapendo ciò, il clima si scaldò, tranne distendersi “magicamente” una settimana dopo nei locali dell'ANIS, dove piuttosto che pagare anche il mancato preavviso, decise -questo- di farlo lavorare, mettendo altresì le mani in avanti non garantendo, al termine di tale periodo, (quasi tutti un paio di mesi) di vedere comunque salvaguardati i posti di lavoro ed infischiandosene bellamente delle esperienze maturate all'interno della ditta e delle varie professionalità conseguenti. 
Si arrivò quindi ad una quadratura (più o meno) del cerchio, accettata a denti stretti da tutte le parti. Arriviamo a pochi giorni fa. La ditta non ha ancora pagato quasi nulla delle spettanze creditizie in sospeso, e molti lavoratori, dopo tanti mesi, finalmente si sono decisi di andare in Commissione Conciliativa. Chi scrive, ha ottenuto parte delle spettanze, solo perchè ha tampinato in vari modi chi doveva tampinare. Gli altri, che io sappia ad oggi, hanno ricevuto un bel nulla, forse qualcosa coloro che come il sottoscritto si sono trovati un altro lavoro (è da precisare che ovviamente il rapporto con i vecchi compagni di lavoro, oramai logoro e stantio, non prevede un raffronto giornaliero come prima). Mi risulta che i pagamenti dei lavoratori rimasti, siano ancora al mese scorso scadenzati in rate. Qui la termina la triste nenia di cronaca di mesi assurdi.
Perchè ho deciso di scrivere questo piccolo resoconto? Perchè credo che sia rappresentativo di ciò che può essere e ciò che potrebbe capitare a tutti i lavoratori, senza distinzioni di ruoli o ditte. Una serie di promesse campate per aria, accordi sottoscritti MAI resi reali, perdite di tempo assurde in riunioni farlocche, tira e molla tra “buoni e cattivi” che nulla hanno portato alle pendenze verso e per i lavoratori (nonché verso lo Stato). 

E' un piccolo scenario di che cosa è oggi San Marino, ossia un NON STATO, ove tutti si credono dei padreterno nel fare quello che si vuole, grazie ad una serie di regole NON scritte. Ed ove fossero scritte, allora si troverebbe immediatamente la gabola per poterle bypassare allegramente. 
Dove si firmano accordi con delle “signore” firme, e nonostante essi siano TOTALMENTE disattesi, NESSUNO, a parte le parti sociali, si è mai posto il problema che vi era un problema. 
I diritti sono calpestati giornalmente, e questo è solo uno spaccato della realtà sammarinese. Questo sistema è morto , è fallito ed i colpi di coda ne sono la dimostrazione. Non voglio che ciò possa accadere ad altri, ma in cuor mio, sono cosciente che accade anche di peggio. 
Ma la domanda che ancora, a distanza di mesi, mi pongo è: come è possibile che 2 Segretari di Stato possano permettere ciò? Non credo che la fortissima crisi di sistema sia una risposta valida. Così come non credo che si possa tirare in ballo la forte criticità del mercato del lavoro. 
Allora Segretari, come la mettiamo?
Come detto precedentemente, la crisi di quelle aziende è TUTTO FUORCHE' DIPENDENTE DAL MOMENTO STORICO! 
Qualcuno negli anni precedenti le dovette salvare, inventandosi una moratoria assurda, e qualcuno oggi NON si pone nell'ottica dei lavoratori, forse perchè nessuno ha davvero lavorato e possa fintanto capire cosa voglia dire REALMENTE avere un lavoro NON RETRIBUITO ANCHE PER QUATTRO MESI continuativi.
La conclusione è: siamo tutti potenzialmente degli imprenditori, ma sino a che sei un lavoratore, te la prendi comunque e sempre “in der posto”. Facile far così, senza nessuna responsabilità o certezza delle pene. 

Siamo in un NON STATO.
NB: in allegato al file, invio alla Redazione del mensile anche l'intero verbale di Accordo citato e la mia pratica della Commissione Permanente Conciliativa, tanto per ribadire il concetto di TRASPARENZA.

Buona vita.

L'intero articolo lo potrete leggere qui direttamente sul sito dell'Associazione Don Chisciotte.

PS: sono al corrente di simili situazioni in varie ditte sammarinesi.....uscite fuori dal guscio per Dio, non dobbiamo permettere che ciò debba divenire "la regola"!!!!





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