30 novembre 2011

Piccolo pezzo per il libro: "Mafie a San Marino".


I miei ricordi partono da lontano.
Dai tempi della scuola superiore. Dopo il biennio fatto a San Marino, mi ritrovai catapultato nella realtà scolastica italiana, che sconnessa dai clan sammarinesi, ebbe il pregio di non guardare mai di quale ceppo familiare uno facesse parte. A 15/16 anni mi scontrai quindi con un muro in faccia, e per il sottoscritto -che non fu mai uno studente esemplare- fu la salvezza.
Sia chiaro, non voglio mettere sotto esame il sistema scolastico delle Tre Torri, o per lo meno se lo volessi fare, ci vorrebbe un ulteriore libro, ma l'elitarismo che esso ha insito da anni. In sostanza, se avevi la fortuna di far parte di una famiglia con un cognome importante, allora non dovevi dannarti l'anima. Questa mentalità bigotto/classista la cominciai ad imparare in quel tempo quindi. Catapultato in una nuova realtà sociale, cominciai ad accorgermi del marciume insito e secondariamente esportato dalla più Antica Repubblica del mondo. Marciume che avvolge tutto. Sia alle Superiori che poi successivamente all'Università, mi accorsi di quanto ad occhio esterno, quelli di San Marino fossero quasi parificati a degli dei. Ricchezza, opulenza ed ostentazione del benessere erano alcuni aspetti riconducibili da chi proveniva da lì.
Pian piano cercai di fare capire ad i vari miei interlocutori che le cose non è che fossero proprio così, o meglio che dietro ad una facciata simile al “Mulino Bianco” vi era qualcosa di più vile, meschino e pericoloso. Ma niente....giustamente con chi tentavo di convincere di questa cosa, mi controreplicava che fuor di dubbio NOI non potevamo avere le problematiche che un italiano medio vive tutti i santi giorni....e come dargli torto?
Da quelle esperienze, cominciai a pormi la domanda per quanto tempo il Paese del Bengodi sarebbe stato tale e quando la leggenda del suo benessere sarebbe stata ricondotta drammaticamente nella realtà delle cose.
Nel 1997 Visco accerchiò la Repubblica e quello doveva essere un segnale importante per noi che risiedevamo al di qua del confine....fu miseramente ignorato.
Ecco, direi che ci siamo.
Siamo ridotti a leccarci le ferite dopo anni di benessere faraonico e farlocco, poggiante sul nulla.
Decine di Istituti di Credito; dozzine di Finanziarie; centinaia attività Immobiliari, 8/9000 appartamenti sfitti, il tutto in un territorio di 60 chilometri quadrati e con una popolazione di 30000 anime. Solo un mentecatto non capirebbe!
Questi erano segnali del tutto evidenti sul come una economia potesse poggiarsi sul nulla. O meglio, finché ce lo hanno permesso, tutto bene; nel momento in cui ci venne per la seconda volta portato il conto, ben più salato di quello del 1997, allora si capì che il sistema era parimenti ad un gigante di 180 chili con un cervello di due....impossibile gestirne le movenze e le ovvie cadute a terra.
San Marino è crollata; la maschera è stata tolta GRAZIE alle innumerevoli inchieste provenienti dalle Procure Italiane, che ne hanno evidenziato i molteplici aspetti schizofrenici e poco raccomandabili.
San Marino ha permesso alla malavita organizzata -ed a tutto ciò che sono le sue ramificazioni- di entrare nel suo cuore, nella sua vita. Quando capitano queste cose, si capisce che razza di mentalità possa avere un popolo. Detesto coloro che dicono ora che da quel sistema tutti abbiamo munto. Personalmente non tutti abbiamo gozzovigliato da quel sistema malato. Queste parole furono dette da diversi politici capaci di deliziare gli astanti con vere e proprie chicche di saggezza.
Come quella che disse che era pressoché impossibile che la Mafia o la Malavita potessero entrare qui, salvo poi doversi ricredersi dopo l'inchiesta Vulcano.
Diciamo allora che proprio da quell'episodio, con tutte le dovizie di particolari, si è creato un nuovo punto. Da lì tutti ad esserne invece parzialmente consapevoli, tutti preoccupati, tutti costernati.
Ed ecco partorire la panacea a tutti i mali.
Come detto -anche in diverse sedute pubbliche- il fatto di voler costituire una Commissione Consiliare Antimafia è davvero di quanto più inutile si potrebbe fare. Sarebbe come dire ad un diabetico che lavorasse alla Ferrero, di fare la prova di assaggio organolettica alla fine del ciclo produttivo della Nutella.
Il reale problema di San Marino è la sua scarsissima attitudine nell'essere lungimirante e nel pensare in prospettiva, figlie di una classe dirigente vetusta, con chiusure mentali assurde. Lo tsunami che ci è sbattuto contro, ha colto tutto il sistema impreparato; il Sistema non prevedeva un piano B o un eventuale piano C. Del resto, come poterlo pretendere se chi doveva decidere, chiudeva gli occhi innanzi a segnali di pericolo? La cosa che è ancor più imbarazzante è il pressapochismo di scelte urgenti che fanno ancora peggio. Facendo la somma di tutte queste cose si arriva al disastro odierno.
Nonostante tutto tento nel mio piccolo di combatterlo unitamente ad altre persone che sono forse più sveglie (??) o semplicemente più sensibilizzate di questa annunciata deriva, capaci di discernere che dopo le vacche grasse, ci sarebbe stato un periodo di vacche magrissime, non dovute all'ira di un Dio, ma all'incompetenza dell'Intellighenzia sammarinese.
Da qui la svolta personale.
Faccio parte del Movimento Sottomarino, nato a livello di “idee guida” circa 3/4 anni fa dalla testa di pochi eletti (non ero fra quelli), attivo sul campo da più di un anno oramai. Il problema delle infiltrazioni malavitose è uno dei punti a cui teniamo di più. Abbiamo la certezza che per fare rinascere e ridestare questo Paese dormiente, curando la sua mentalità malata, sia necessaria una nuova presa di coscienza sociale, che getti nel cassonetto quella vecchia.
Certi di doverci sempre informare e collaborare con entità e realtà esterne, ricalcando ciò che a livello scolastico mi capitò negli anni precedenti, ci interfacciamo con diverse associazioni romagnole (GAP -gruppo Antimafia Pio La Torre) di Rimini, VEDO SENTO PARLO della stessa città, Gruppo dello Zuccherificio di Ravenna) proprio perchè sarebbe essere supponenti credere di potercela fare senza l'aiuto di coloro che da anni vivono sulla propria pelle tali vicende (sarebbe un ricalcare sostanzialmente ciò che fa ad oggi la politica...). Una cooperazione che ci ha permesso di fare manifestazioni passate e future, incentrate appunto sulla consapevolezza di ciò che siamo e di chi ci siamo portati in casa. Per intenderci, non penso che serva solo Report o Exit per sollevare il polverone, poiché se da quello stesso ci si sottrae, allora nulla potrà mutare. E' necessario un inizio ed una fine.
Così come faccio parte dell'Associazione Culturale Don Chisciotte, una realtà unica assieme allo SMIAF, che cercano con i pochi mezzi a disposizione di portare qualcosa di nuovo, pensieri esterni, esperienze di vita alla Repubblica, capaci di fare innovare la mente, come il Festival di Altrementi ed il mensile gratuito per tutti di quello che da tutto è conosciuto come “il Donchi”.
Perchè fare parte di associazioni e non di partiti? Perchè penso che la politica abbia sempre schifato e messo in un angolino chi la critica. Parliamo di una maggioranza di classe politica che è lì seduta da oltre venti anni; di persone che hanno foraggiato il pensiero della “San Marino da bere”, colpevoli più di altri quindi. Di questo ne sono assolutamente convinto, come del fatto che non si possa prescindere dalla fuoriuscita di loschi individui che albergano nelle stanze di partito (e anche al di fuori) e che hanno scambiato la gestione della “Cosa Pubblica” in quella “Privata”, per una reale nuova partenza. L'associazionismo qui ha attecchito proprio perchè raccoglie gli esuli di chi vuol combatterle queste cose. Sono altresì formate da tutti coloro che hanno capito che solo attraverso queste aggregazioni di persone, si riesca a rendere necessario il distacco da realtà assolutamente obsolete -simili al sistema delle Caste-.
E' anche vero che coloro che gestiscono la “Cosa Pubblica” sono stati votati, quindi non sono saliti sul pulpito da soli. Da questo punto si deve partire per un reale cambio di mentalità, perchè la colpa è di tutti noi!
Vivo in un Paese che non mi piace; troppo semplice sarebbe andarsene e fare spallucce; è assolutamente necessario combattere per permettere una ripartenza nuova, certamente meno ricca, ma più a misura d'uomo. Noi ci siamo giocati il presente ed il futuro. Non posso pensare che per i nostri errori e orrori, coloro a cui lasceremo la Nazione, debbano pagare. Sarebbe un virus annientante, al quale invece bisogna proporre una cura drastica. Ma chi se non chi gestisce lo Stato dovrebbe farlo? Ma coloro che lo gestiscono, indipendentemente dal colore politico che hanno, lo possono realmente fare? Sono davvero capaci, non solo a livello di tecnicismi, ma a livello di mentalità, nel recepire e perseguire questo? Non credo, e valutando la pochezza degli interventi in merito, ne ho la conferma.
Bisogna essere consapevoli che la Repubblica di San Marino è una terra che ha consentito l'entrata della malavita in essa; attraverso il suo sistema economico/finanziario le ha aperto le porte.
Del tutto similare a quanto spiega il professore Ciconte sulle infiltrazioni nella Padania Italiana. Nessuno è immune, nessuna realtà può esimersi dal pensare il contrario, specialmente quelle realtà che non hanno fatto assolutamente nulla per impedirlo. E' necessario metabolizzare questa cosa, farla propria e cominciare TUTTI a fare una sacrosanta critica del sistema Paese.
Il cordone ombelicale deve essere tagliato di netto, ma a quanto vedo e vivo non lo si può fare, perchè v'è troppa commistione in tutti i settori. E' un sistema piramidale che è marcio dalla testa e che se essa dovesse cadere, porterebbe ad effetti a catena inimmaginabili in tutti i settori della vita. Ma è una cosa assolutamente necessaria. Non ci si può esimere.
Che fare allora? Combattere e sensibilizzare, mettendoci la faccia (cosa non comune qui) rischiando anche di essere isolati o denigrati. Saviano parlò di “macchina del fango”; ecco, parlo a livello personale per il lavoro che mi concedono di fare all'interno di Sottomarino e Don Chisciotte; chi lavora in quest'ottica è soggetto a tale legge del contrappasso....la cosa che però riempie di gioia e di orgoglio è l'aver incontrato nel mio personale percorso di pellegrino, gente con un carattere ferreo, che non basa la sua esistenza sull'appariscenza, ma sul concreto, felice di ciò che dice e a chi lo dice. Abbiamo tantissimi difetti del resto, tuttavia chi non li ha, ma una costanza che personalmente la ritengo impagabile.
Questa Terra è una Terra strana e per molteplici aspetti unica; tutti conoscono tutti.
Si ha la possibilità di conoscere ed incontrare i POTENTI DEI POTENTATI al bar; è lì, proprio in quelle occasioni (come scrissi per un articolo per il Don Chisciotte intitolato “LA CASTA”) che bisogna cominciare a non essere più accondiscendenti, imparare al non chiedere più il favorino di turno, o a salutare per farsi vedere dagli altri avventori che si conosce il tizio importante. Nel momento in cui facciamo ciò, abbiamo perso....tutti.
Se si cominciasse a ragionare in questi termini, una luce in fondo al tunnel la si potrà prima o poi vedere; se non lo si fa, è necessario che qualcuno instradi sul come farlo, perchè rischiamo la distruzione di un sistema Paese già enormemente compromesso.

Questa è una Nazione ammalata. Non è più il tempo di nascondersi dietro ad un dito. E' prioritario il coraggio di volerla davvero cambiare.
Difficile ma non impossibile. Credo che la mestizia e il prossimo impoverimento economico farà andare in questa direzione, ma riprendendo un concetto iniziale, perchè attendere che ciò accada?
Prevenire è meglio che curare.
Buona vita.