11 agosto 2014

Giochi della sorte: dal mensile del Donchi (sciotte) Maggio 2011...






Questo breve racconto, fu fatto dal sottoscritto per il mensile dell'Associazione Don Chisciotte, riguardante il tema del Gioco d'Azzardo, nel Maggio del 2011.


IL DIVERTIMENTO E' BEN ALTRO.



Ore 04.27 am.
Sono appena tornato a casa. Il mio è un pensiero fisso, che si insinua nella testa dando priorità solo ad esso, rendendo iniquo tutto ciò che ho attorno. Mia moglie Sara dorme stesa sul fianco. In realtà so benissimo che finge, ma mi sta bene così; dovrei spiegarle troppe cose, le solite del resto e come ogni volta non capirebbe la situazione. Giulio, Veronica e il piccolo Attila sono nella stanza a fianco. Ancora mi domando perchè lo chiamammo così; forse per ricordarmi la sua ira. Non ricordo con tutti loro recenti momenti felici. Ho di meglio da fare. Devo farlo.

Ore 09.17 am
Ho dormito benissimo, sognando un nuovo metodo che tra pochi minuti attuerò. In casa sono solo. Bene, la mia concentrazione ne trarrà certamente giovamento. Allungo lo sguardo sulla tavola da pranzo..quella stronza ha lasciato in bella vista le bollette da pagare. Ma io sono furbo..ho tolto l'accredito automatico in banca, così quando ho voglia, pagherò. Ora ho di meglio da fare.

Ore 10.27 am
Mi reco al bar, ma non farò colazione. Finalmente ti rivedrò. Apro la porta, le solite facce degli avventori di quell'ora, di tutte le mattine, che mi scrutano facendo finta di nulla, ma che appena porgo loro le spalle, vedo riflesse sullo specchio della cassa, le loro espressioni commiserevoli unite a scuotimenti di testa. Ma non possono capire.

Ore 10.30 am
Ci siamo! Sono solo con lei! Cerco nella tasca il portafoglio. Sfilo da esso una bella carta da 50 euro. La bacio da entrambi i lati, prego affinché la mia teoria mattutina si possa verificare. I colori sul display mi piacciono. Sento feeling. Si comincia. Tocco lo schermo con i numeri e faccio le scelte delle giuste carte. Cazzo..ho vinto! Lo sapevo! Sono un drago. Che si fottano quelli che mi guardano da dietro le spalle; che si fotta Andrea; che si fotta la Banca.

Ore 11.05 am
Bene ho vinto, ed ora devo rifarlo per poter andare in attivo. Uhm vediamo un poco; qualcosa non va; questa becera macchinetta NON MI VUOLE PIÙ ASSECONDARE. Forse qualcuno, con le sue zozze e lerce mani, l'ha resa stupida. Ho perso. Poco male. Ho ancora una bella mazzetta in tasca. Sento un odore provenire dalla cucina del bar. D'un tratto mi accorgo di avere fame. Ma non posso pagare con la carta moneta. Mi serve per il prosieguo della giornata. C'è un distributore automatico lì; mi prendo una merendina ed una bibita. Gioco, vinco e perdo, ma è ora di uscire. Mi squilla il cellulare. È Andrea. Non rispondo, che si fotta. Mi squilla nuovamente. È mia moglie che mi domanda dove sono. "Ma come dove sono? Sono al lavoro no? Devo mantenere la famiglia lo sai!"

ore 13.33 pm
Vado a prendere i piccoli alla fermata del bus di ritorno da scuola. Sono arrabbiato e penso al pomeriggio ed a come riuscire a riprendere la somma persa al bar. A casa li lascio alla mia dolce metà, che li abbraccia e mi guarda. Vorrebbe dirmi qualcosa, ma è meglio che non mi stuzzichi. NON HO VOGLIA di parlarle, ho solo quello smodato desiderio di VITTORIA.

Ore 14.52 pm
Sono pronto, mi sento baciato dalla fortuna, nonostante l'ennesima non risposta alla chiamata di Andrea. Entro nella grande sala. La MIA SALA. LA MIA VITA. Qui i miei sogni diverranno realtà un giorno. Oggi mi accontenterei di potermici avvicinare. Cambio i soldi in monete e si parte. Intorno a me una miriade di videocamere che mi seguono dall'alto, impazienti di capire dal MAESTRO quale metodo utilizzerò per sbancare tutto e far saltare il banco. Vinco. Perdo. Mi si avvicina un signore con divisa della Sala e mi domanda se ho bisogno di aiuto: "ma ammazzati!"

Ore 18.47 pm
Ancora una chiamata al telefonino di Andrea. Mi dice che ha bisogno di incontrarmi. Neanche fosse mia moglie! A proposito, meglio andare a casa. Mia moglie è lì con i bimbi, seduta al tavolo. Ha pianto. Lo si evince dal contorno degli occhi arrossato. La cena va liscia, poche parole e poche domande sulla giornata. Sanno tutti che LAVORO per loro, per consentire a tutti quel tenore di vita.
Ore 20.33 pm
Saluto tutta la famiglia e dico loro che andrò al bar con amici per vedere la partita. Sanno che mento, ma non domandano altro. Prendo l'auto, e mi faccio 53 km di asfalto per andare lì, in quel posto che tutti chiamano "la Bisca". Siamo in parecchi. Ci conosciamo di vista, quasi fossimo degli appartenenti ad una setta. Dentro, tanti tavoli rotondi vestiti con il panno verde. Fuori ronde strane di auto nervose. Si comincia. Mani buone e alcune no. Ma tutto sommato non mi lamento. Il fumo di sigarette appiattisce la vista. Comincio a perdere. Ma rivinco subito dopo. Sono un DRAGO DEL GIOCO.

Ore 00.23 am
I miei AMICI cominciano ad andar via. Percepisco che è ora anche per il sottoscritto. Esco. Puzzo di fumo. L'ossigeno dell'aria aperta mi fa girare la testa. Un ombra mi si avvicina. Merda...è Andrea. Lo strozzino o usuraio per quelli che parlano forbito. Mi cinge a sè e comincia a darmi colpi nelle costole con relative minacce. Lui NON CAPISCE. Cerco di prendere tempo e gli anticipo qualcosa di quello che mi prestò una settimana fa. Mi lascia, prende i contanti e se ne va. Sa che sono la GALLINA DALLE UOVA D'ORO. Conviene anche a lui.

Ore 02.33 am
Entro in casa dolorante ma cerco di non darlo a vedere. Mi avvicino al letto. È vuoto. Vado nella camera dei bimbi. Anch'essa lo è. Ma che succede? Vado in bagno e sullo specchio un foglio bianco con alcune parole scritte, appiccicato con dello scotch. " Non possiamo andare avanti così. Ci stai rovinando la vita. Questa NON È VITA. Ce ne andiamo perchè tu sei patologicamente un giocatore d'azzardo. Se vuoi distruggerti fallo pure, la tua famiglia ti lascia".....ma come? Io mi sbatto per loro e questa è la riconoscenza? HANNO PERSO LA MANO GIUSTA. Io SONO una persona normale, non ho bisogno di aiuto da parte di nessuno. E' vero gioco, ma riesco a controllarmi, sono in pieno possesso delle mie facoltà mentali. Domani è un altro giorno.

Questo breve raccontino nasce dopo aver partecipato ad un Convegno organizzato dalla Giochi del Titano sui vari aspetti sociali del gioco. E' stato interessante cercare di capire (non ci sono riuscito in realtà) le famose REGOLE DEL GIOCO. Questo racconto è una estremizzazione abbastanza reale di ciò che capita a persone versanti in patologie legate ad esso.
Secondo i dati forniti dallo Sportello “Gioco Sano” di San Marino, presso(??) la sede della Giochi del Titano, dal 2008, 95 persone si sono rivolte a tale ente per evidenziare problematiche strettamente connesse al gioco. Esistono due metodologie di approccio: l'Auto_esclusione e l'Esclusione coatta. Se nel primo caso si può notare una consapevolezza minima sul fatto che la persona abbia REALMENTE una patologia, non è demagogia capire che solitamente si arriva a questo punto perchè oramai si è fatto “terra da ceci” intorno. E' una (piccola) vittoria di Pirro in realtà.
Un poco quello che accade nelle riunioni degli Alcolisti Anonimi allorquando ci si presenta agli altri dicendo “sono un alcolizzato”. Ma è comunque un punto di partenza, che prevede una fase di terapia associata ad un divieto al gioco stesso, quanto meno nella stessa struttura!!! Il problema è proprio questo infatti. Il responsabile del Casinò di Mendrisio, Andrea Camponovo, affermò che nel momento in cui in Svizzera si è di fronte ad una delle due esclusioni citate all'interno della stessa Nazione, è certo il fatto che il giocatore patologico non potrà giocare nelle altre strutture di tale Nazione. Come ben disse, il problema sorge nel momento in cui il Casinò di Campione d'Italia è a 5 minuti di distanza, e gli accordi fra i due Stati NON PREVEDONO interazione fra i i sistemi di controllo.
Ma a cosa servono queste strutture_sociali all'interno di una macchina da business? Servono innanzitutto per poter avere la coscienza pulita da parte di chi gestisce la sala, sul fatto che eventuali comportamenti “sopra le righe” essi li combattono e li monitorano. Una sorta di terapia con il metadone che si prescrive al tossicodipendente.
La linea di confine tra gioco consentito e gioco d'azzardo è labile e non affatto tracciata. C'è forse differenza tra chi rimane chiuso per 10 ore all'interno della struttura o tra chi sperpera il proprio denaro alla ricerca dei famosi numeri ritardatari delle estrazioni del Lotto? O tra chi compra tanti Gratta e Vinci, e chi gioca alle macchinette del Bar?
Convengo con il direttore Caronia solo su questo aspetto: le macchine nei bar NON SONO SUPERVISIONATE, e sono realmente la morte di ogni caso patologico. Sono la quintessenza dell'azzardo stesso. Quanto meno un controllo, seppur di parte (per i motivi sopra descritti) alla Giochi del Titano v'è. Lo stesso Direttore su mia espressa domanda se San Marino fosse mai pronta eventualmente ad aprire dall'oggi al domani un Casinò, valutato quale uno dei primi luoghi (i casinò in generale) ove si ricicla denaro sporco, e se al contempo stesso, il tessuto sociale della Repubblica fosse in grado di sostenerlo, sostenne: “….che qualora la Politica dovesse mai decidere di costruire un Casinò, esso dovrebbe essere di stampo prettamente STATALE, poiché laddove vi fosse una struttura privata, si avrebbero maggiori connivenze con il malaffare ed i rischi ad essa connessa. Una casa da gioco Pubblica non ha nessun interesse nell'imbattersi in certi atteggiamenti poco leciti. A San Marino vi sono tanti Casinò....sono le stesse Slot Machine sparse in giro per il territorio, che non possono di fatto avere nessun controllo.”
Ora tale discorso è in parte accettabile a mio modo di vedere; ma deficitario in sostanza.
Lo Stato dovrebbe quindi arrogarsi il diritto di fare del Business su una devianza patologica propria del giocatore d'azzardo. Ovvio che non tutte le persone che frequentano queste strutture possano essere categorizzate come tali; ma l'humus sociale stesso, ben rappresentato dai dati del Dottor Sailis e del Dottor Fea, ossia quello di una utenza patologica di età avanzata, con titoli di studio medio bassi, meridionali e senza famiglia, lasciano un poco il tempo che trovano. L'esempio svizzero, di una nuova generazione che “in attesa di andare in discoteca, si approccia al mondo del gioco” è la cosa ancor maggiormente inquietante ed è un modello facilmente esportabile anche qui del resto. Mentre dicevano queste parole, in una sorta di continua “giustificazione” del gioco d'azzardo e delle strutture che lo contengono, o del DIVERTIMENTO che esse consentono, (nonostante in verità sia sempre esistito nelle varie epoche storiche) mi domandavo tra me e me.....ma perchè io dovrei andarmi a chiudere in un edificio e giocare saltuariamente dei soldi, solo per divertirmi??
Allora quando vado a giocare a calcio, vestito con dei mutandoni lunghi con altre 21 persone, che corrono per la conquista di un dannato pallone da gioco, cosa stiamo facendo in realtà? Ci stiamo forse divertendo o cosa?
Credo di si, ma anche questo esempio è stato toccato più e più volte dal malaffare delle scommesse clandestine. Allora?
La realtà delle cose è che tu una Casa da Gioco la potrai rendere a maggioranza e controllo Statale, la potrai fornire di strutture interne di prevenzione (ma sarebbe anche controproducente evidentemente..), ma sempre di una cosa si tratta: di un luogo ove le devianze, e tutto il malaffare che vi gravita intorno, sono all'ordine del giorno e non ammettere ciò equivarrebbe nel porre il proprio capo sotto la sabbia.....SCOMMETTIAMO CHE PRIMA O POI SI MORREBBE DI ASFISSIA?

Buona vita.


Matteo Zeppa.

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