Questo breve racconto, fu fatto dal sottoscritto per il mensile dell'Associazione Don Chisciotte, riguardante il tema del Gioco d'Azzardo, nel Maggio del 2011.
IL DIVERTIMENTO E' BEN ALTRO.
Ore
04.27 am.
Sono
appena tornato a casa. Il mio è un pensiero fisso, che si insinua
nella testa dando priorità solo ad esso, rendendo iniquo tutto ciò
che ho attorno. Mia moglie Sara dorme stesa sul fianco. In realtà so
benissimo che finge, ma mi sta bene così; dovrei spiegarle troppe
cose, le solite del resto e come ogni volta non capirebbe la
situazione. Giulio, Veronica e il piccolo Attila sono nella stanza a
fianco. Ancora mi domando perchè lo chiamammo così; forse per
ricordarmi la sua ira. Non ricordo con tutti loro recenti momenti
felici. Ho di meglio da fare. Devo farlo.
Ore
09.17 am
Ho
dormito benissimo, sognando un nuovo metodo che tra pochi minuti
attuerò. In casa sono solo. Bene, la mia concentrazione ne trarrà
certamente giovamento. Allungo lo sguardo sulla tavola da
pranzo..quella stronza ha lasciato in bella vista le bollette da
pagare. Ma io sono furbo..ho tolto l'accredito automatico in banca,
così quando ho voglia, pagherò. Ora ho di meglio da fare.
Ore
10.27 am
Mi
reco al bar, ma non farò colazione. Finalmente ti rivedrò. Apro la
porta, le solite facce degli avventori di quell'ora, di tutte le
mattine, che mi scrutano facendo finta di nulla, ma che appena porgo
loro le spalle, vedo riflesse sullo specchio della cassa, le loro
espressioni commiserevoli unite a scuotimenti di testa. Ma non
possono capire.
Ore
10.30 am
Ci
siamo! Sono solo con lei! Cerco nella tasca il portafoglio. Sfilo da
esso una bella carta da 50 euro. La bacio da entrambi i lati, prego
affinché la mia teoria mattutina si possa verificare. I colori sul
display mi piacciono. Sento feeling. Si comincia. Tocco lo schermo
con i numeri e faccio le scelte delle giuste carte. Cazzo..ho vinto!
Lo sapevo! Sono un drago. Che si fottano quelli che mi guardano da
dietro le spalle; che si fotta Andrea; che si fotta la Banca.
Ore
11.05 am
Bene
ho vinto, ed ora devo rifarlo per poter andare in attivo. Uhm vediamo
un poco; qualcosa non va; questa becera macchinetta NON MI VUOLE PIÙ
ASSECONDARE. Forse qualcuno, con le sue zozze e lerce mani, l'ha resa
stupida. Ho perso. Poco male. Ho ancora una bella mazzetta in tasca.
Sento un odore provenire dalla cucina del bar. D'un tratto mi accorgo
di avere fame. Ma non posso pagare con la carta moneta. Mi serve per
il prosieguo della giornata. C'è un distributore automatico lì; mi
prendo una merendina ed una bibita. Gioco, vinco e perdo, ma è ora
di uscire. Mi squilla il cellulare. È Andrea. Non rispondo, che si
fotta. Mi squilla nuovamente. È mia moglie che mi domanda dove sono.
"Ma come dove sono? Sono al lavoro no? Devo mantenere la
famiglia lo sai!"
ore
13.33 pm
Vado
a prendere i piccoli alla fermata del bus di ritorno da scuola. Sono
arrabbiato e penso al pomeriggio ed a come riuscire a riprendere la
somma persa al bar. A casa li lascio alla mia dolce metà, che li
abbraccia e mi guarda. Vorrebbe dirmi qualcosa, ma è meglio che non
mi stuzzichi. NON HO VOGLIA di parlarle, ho solo quello smodato
desiderio di VITTORIA.
Ore
14.52 pm
Sono
pronto, mi sento baciato dalla fortuna, nonostante l'ennesima non
risposta alla chiamata di Andrea. Entro nella grande sala. La MIA
SALA. LA MIA VITA. Qui i miei sogni diverranno realtà un giorno.
Oggi mi accontenterei di potermici avvicinare. Cambio i soldi in
monete e si parte. Intorno a me una miriade di videocamere che mi
seguono dall'alto, impazienti di capire dal MAESTRO quale metodo
utilizzerò per sbancare tutto e far saltare il banco. Vinco. Perdo.
Mi si avvicina un signore con divisa della Sala e mi domanda se ho
bisogno di aiuto: "ma ammazzati!"
Ore
18.47 pm
Ancora
una chiamata al telefonino di Andrea. Mi dice che ha bisogno di
incontrarmi. Neanche fosse mia moglie! A proposito, meglio andare a
casa. Mia moglie è lì con i bimbi, seduta al tavolo. Ha pianto. Lo
si evince dal contorno degli occhi arrossato. La cena va liscia,
poche parole e poche domande sulla giornata. Sanno tutti che LAVORO
per loro, per consentire a tutti quel tenore di vita.
Ore
20.33 pm
Saluto
tutta la famiglia e dico loro che andrò al bar con amici per vedere
la partita. Sanno che mento, ma non domandano altro. Prendo l'auto, e
mi faccio 53 km di asfalto per andare lì, in quel posto che tutti
chiamano "la Bisca". Siamo in parecchi. Ci conosciamo di
vista, quasi fossimo degli appartenenti ad una setta. Dentro, tanti
tavoli rotondi vestiti con il panno verde. Fuori ronde strane di auto
nervose. Si comincia. Mani buone e alcune no. Ma tutto sommato non mi
lamento. Il fumo di sigarette appiattisce la vista. Comincio a
perdere. Ma rivinco subito dopo. Sono un DRAGO DEL GIOCO.
Ore
00.23 am
I
miei AMICI cominciano ad andar via. Percepisco che è ora anche per
il sottoscritto. Esco. Puzzo di fumo. L'ossigeno dell'aria aperta mi
fa girare la testa. Un ombra mi si avvicina. Merda...è Andrea. Lo
strozzino o usuraio per quelli che parlano forbito. Mi cinge a sè e
comincia a darmi colpi nelle costole con relative minacce. Lui NON
CAPISCE. Cerco di prendere tempo e gli anticipo qualcosa di quello
che mi prestò una settimana fa. Mi lascia, prende i contanti e se ne
va. Sa che sono la GALLINA DALLE UOVA D'ORO. Conviene anche a lui.
Ore
02.33 am
Entro
in casa dolorante ma cerco di non darlo a vedere. Mi avvicino al
letto. È vuoto. Vado nella camera dei bimbi. Anch'essa lo è. Ma che
succede? Vado in bagno e sullo specchio un foglio bianco con alcune
parole scritte, appiccicato con dello scotch. " Non possiamo
andare avanti così. Ci stai rovinando la vita. Questa NON È VITA.
Ce ne andiamo perchè tu sei patologicamente un giocatore d'azzardo.
Se vuoi distruggerti fallo pure, la tua famiglia ti lascia".....ma
come? Io mi sbatto per loro e questa è la riconoscenza? HANNO PERSO
LA MANO GIUSTA. Io SONO una persona normale, non ho bisogno di aiuto
da parte di nessuno. E' vero gioco, ma riesco a controllarmi, sono in
pieno possesso delle mie facoltà mentali. Domani è un altro giorno.
Questo
breve raccontino nasce dopo aver partecipato ad un Convegno
organizzato dalla Giochi del Titano sui vari aspetti sociali del
gioco. E' stato interessante cercare di capire (non ci sono riuscito
in realtà) le famose REGOLE DEL GIOCO. Questo racconto è una
estremizzazione abbastanza reale di ciò che capita a persone
versanti in patologie legate ad esso.
Secondo
i dati forniti dallo Sportello “Gioco Sano” di San Marino,
presso(??) la sede della Giochi del Titano, dal 2008, 95 persone si
sono rivolte a tale ente per evidenziare problematiche strettamente
connesse al gioco. Esistono due metodologie di approccio:
l'Auto_esclusione e l'Esclusione coatta. Se nel primo caso si può
notare una consapevolezza minima sul fatto che la persona abbia
REALMENTE una patologia, non è demagogia capire che solitamente si
arriva a questo punto perchè oramai si è fatto “terra da ceci”
intorno. E' una (piccola) vittoria di Pirro in realtà.
Un
poco quello che accade nelle riunioni degli Alcolisti Anonimi
allorquando ci si presenta agli altri dicendo “sono un
alcolizzato”. Ma è comunque un punto di partenza, che prevede una
fase di terapia associata ad un divieto al gioco stesso, quanto meno
nella stessa struttura!!! Il problema è proprio questo infatti. Il
responsabile del Casinò di Mendrisio, Andrea Camponovo, affermò che
nel momento in cui in Svizzera si è di fronte ad una delle due
esclusioni citate all'interno della stessa Nazione, è certo il fatto
che il giocatore patologico non potrà giocare nelle altre strutture
di tale Nazione. Come ben disse, il problema sorge nel momento in cui
il Casinò di Campione d'Italia è a 5 minuti di distanza, e gli
accordi fra i due Stati NON PREVEDONO interazione fra i i sistemi di
controllo.
Ma
a cosa servono queste strutture_sociali all'interno di una macchina
da business? Servono innanzitutto per poter avere la coscienza pulita
da parte di chi gestisce la sala, sul fatto che eventuali
comportamenti “sopra le righe” essi li combattono e li
monitorano. Una sorta di terapia con il metadone che si prescrive al
tossicodipendente.
La
linea di confine tra gioco consentito e gioco d'azzardo è labile e
non affatto tracciata. C'è forse differenza tra chi rimane chiuso
per 10 ore all'interno della struttura o tra chi sperpera il proprio
denaro alla ricerca dei famosi numeri ritardatari delle estrazioni
del Lotto? O tra chi compra tanti Gratta e Vinci, e chi gioca alle
macchinette del Bar?
Convengo
con il direttore Caronia solo su questo aspetto: le macchine nei bar
NON SONO SUPERVISIONATE, e sono realmente la morte di ogni caso
patologico. Sono la quintessenza dell'azzardo stesso. Quanto meno un
controllo, seppur di parte (per i motivi sopra descritti) alla Giochi
del Titano v'è. Lo stesso Direttore su mia espressa domanda se San
Marino fosse mai pronta eventualmente ad aprire dall'oggi al domani
un Casinò, valutato quale uno dei primi luoghi (i casinò in
generale) ove si ricicla denaro sporco, e se al contempo stesso, il
tessuto sociale della Repubblica fosse in grado di sostenerlo,
sostenne: “….che qualora la Politica dovesse mai decidere di
costruire un Casinò, esso dovrebbe essere di stampo prettamente
STATALE, poiché laddove vi fosse una struttura privata, si avrebbero
maggiori connivenze con il malaffare ed i rischi ad essa connessa.
Una casa da gioco Pubblica non ha nessun interesse nell'imbattersi in
certi atteggiamenti poco leciti. A San Marino vi sono tanti
Casinò....sono le stesse Slot Machine sparse in giro per il
territorio, che non possono di fatto avere nessun controllo.”
Ora
tale discorso è in parte accettabile a mio modo di vedere; ma
deficitario in sostanza.
Lo
Stato dovrebbe quindi arrogarsi il diritto di fare del Business su
una devianza patologica propria del giocatore d'azzardo. Ovvio che
non tutte le persone che frequentano queste strutture possano essere
categorizzate come tali; ma l'humus sociale stesso, ben rappresentato
dai dati del Dottor Sailis e del Dottor Fea, ossia quello di una
utenza patologica di età avanzata, con titoli di studio medio bassi,
meridionali e senza famiglia, lasciano un poco il tempo che trovano.
L'esempio svizzero, di una nuova generazione che “in attesa di
andare in discoteca, si approccia al mondo del gioco” è la cosa
ancor maggiormente inquietante ed è un modello facilmente
esportabile anche qui del resto. Mentre dicevano queste parole, in
una sorta di continua “giustificazione” del gioco d'azzardo e
delle strutture che lo contengono, o del DIVERTIMENTO che esse
consentono, (nonostante in verità sia sempre esistito nelle varie
epoche storiche) mi domandavo tra me e me.....ma perchè io dovrei
andarmi a chiudere in un edificio e giocare saltuariamente dei soldi,
solo per divertirmi??
Allora
quando vado a giocare a calcio, vestito con dei mutandoni lunghi con
altre 21 persone, che corrono per la conquista di un dannato pallone
da gioco, cosa stiamo facendo in realtà? Ci stiamo forse divertendo
o cosa?
Credo
di si, ma anche questo esempio è stato toccato più e più volte dal
malaffare delle scommesse clandestine. Allora?
La
realtà delle cose è che tu una Casa da Gioco la potrai rendere a
maggioranza e controllo Statale, la potrai fornire di strutture
interne di prevenzione (ma sarebbe anche controproducente
evidentemente..), ma sempre di una cosa si tratta: di un luogo ove le
devianze, e tutto il malaffare che vi gravita intorno, sono
all'ordine del giorno e non ammettere ciò equivarrebbe nel porre il
proprio capo sotto la sabbia.....SCOMMETTIAMO CHE PRIMA O POI SI
MORREBBE DI ASFISSIA?
Buona
vita.
Matteo
Zeppa.