12 luglio 2012

Pecore e pecorelle smarrite





Caronte ha mietuto le prime vittime.
Ci si attendeva una risposta del Vescovo in merito ad una Istanza d'Arengo ed è arrivata. Ci si attendeva una risposta da parte del partito più vicino ad esso, il PDCS, ed è anch'essa arrivata. Evidentemente però, entrambe fuori tema. L'Istanza d'Arengo, uno dei pochi strumenti di Democrazia Diretta, proposta da Michele Pazzini, una persona in primis (ricordarlo or ora è necessario più che mai) strutturata in maniera tale da proporre una soluzione ad una carenza normativa per ciò che concerne la regolamentazione dei permessi di soggiorno e residenze per le coppie in cui uno dei due componenti è di cittadinanza non sammarinese, ne è l'esempio fulgido. Poco importa se Michele è il leader del movimento LGBT, o evidentemente non lo è per il sottoscritto firmatario di quel documento, assieme a tantissime altre persone. Se una cosa è meritevole di attenzione, con scopi sociali e di riconoscimento del diritto, allora si ha il dovere morale di perseguirla, dando la propria piccola mano a chi la propone. E' indubitabile che tale strumento di Democrazia Diretta, posta nelle mani di 60, possa scatenare il dibattito. Ma come spesso accade, si prendono fischi per fiaschi o ancor meglio delle cantonate mastodontiche.
La paura irrazionale del differente, le trame boccaccesche, le differenze di genere. A ciò si è giunto. Questo emerge dalle uscite pubbliche del Monsignore e dal Partito di maggioranza relativa. Paure ataviche evidentemente, che non lasciano dormire loro sonni tranquilli. Uscite che riportano alla mente periodi storici quali la Santa Inquisizione Cristiana, dove per pochi oboli si vendeva alla plebe il Paradiso, si bruciavano le streghe, si impiccavano gli scienziati. Periodi in cui la stessa Chiesa inscenava le Sacre Crociate, vere guerre per dei simboli che lei stessa si creò, e che perseguì con ragioni tali ove il fine giustificò i mezzi. Questa è storia, non è leggenda.
Da una Istanza, tale paura atavica riemerge in tutta la sua più bassa risma. Concetti fuorvianti e messi in pubblica piazza con disarmante banalità.
Il Monsignore che ci tiene nel confermare che la visita papale di un anno fa, con l'approvazione di essa, perde del suo carattere simbolico. Simbolismi; la Chiesa ci ha sguazzato per millenni su di essi. Forse il signore in questione, dimentica che in prossimità di tale visita, domandò, tramite la Curia, una questua a tutte le famiglie di San Marino e Montefeltro, evidentemente non tutte cristiane o cattoliche. Come dimentica la somma ingente che lo Stato (che dovrebbe essere uno Stato laico) investì per tale visita. O come una organizzazione industriale sammarinese, chiese ai propri associati, un contributo minimo di 500 euro per ciò, da versare in un conto corrente sammarinese. Ciò a che sfera morale apparterrebbe?
Le continue sue esternazioni, anche sul tessuto economico sammarinese hanno stufato me, ma credo anche coloro che si rivedono nei reali concetti cristiani. Le visite fatte per perorare cause o persone, poi sciaguratamente arrestate. La non presa di posizione su un asilo statale dato in mano ai privati, e guarda caso uno dei primi nomi emersi fu quello della Compagnia delle Opere; l'altrettanta non presa di posizione forte sul radicamento della malavita e delle cosche ad essa connessa in questa terra. Ci sono delle priorità evidentemente per ognuno. E dietro a questo personaggio, ecco che la sua trasposizione politica, prende immediatamente posizione, facendo di una Istanza che è bene ribadirlo nuovamente, fu fatta non altro che per colmare una carenza normativa esistente e di fatto.
Durante il dibattito emerse la contrarietà dell'intero PDCS all'accoglimento della stessa, ma lasciava ampia libertà di scelta dei propri Consiglieri. E' bello pensare allora che la votazione segreta, ogni tanto, dia delle piccole soddisfazioni. Si, perchè conti della serva in mano, l'approvazione dell'Istanza, passò anche con i voti di qualcuno del partitone e del Patto. E questo capisco che possa essere devastante per chi da anni si prefigge una visione parziale con il paraocchi.
Il quadro è questo, desolante e terrificante. Su un diritto mancante, la battaglia inscenata e messa in atto è andata a sfociare ancora e nuovamente sull'odio di genere. Una macchia enorme che ricade sulla figura del Vescovo, che evidentemente ha colto lucciole per lanterne e sul partito a lui più vicino, troppo preoccupato nel seminare tempesta, pronto nello stoppare un iter votato dall'intera aula consiliare. E' la chiara esemplificazione dei poteri in campo. Il diritto di veto NON è ammissibile ora.

I “mostri” rialzano la testa. Si scatena la guerra mediatica come millenni fa. Con mezzi più sofisticati evidentemente, ma la stampo è quello.
Vediamo che accadrà, ma ci sono Corti Europee per i Diritti che non vedono l'ora di avere notizie da San Marino.

Buona vita.

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