29 marzo 2011
Il Consiglio Grande e Generale ieri e oggi
Per prima cosa desidero dare la definizione etimologica di CASTA:
Fonte Wikipedia: “Una casta è ciascuno dei gruppi sociali che costituiscono una gerarchia rigida in alcune società del passato. In società di questo tipo, per un individuo appartenente ad una casta è molto difficile o impossibile entrare a far parte di una casta diversa, in particolare se di rango più elevato. Il concetto di casta si riferisce originariamente alla società indiana, ma è utilizzato per estensione anche in altri contesti ed in senso improprio anche per riferirsi a qualsiasi gruppo sociale chiuso, anche in società che non sono ufficialmente divise in caste.”
Dal sito del Corriere della Sera: “Gruppo sociale chiuso caratterizzato da specifiche norme di comportamento e dal ruolo predeterminato: la c. dei sacerdoti nell'antico Egitto…Gruppo arroccato nella difesa di interessi particolaristici: la c. dei militari”
Mi pare che sia chiaro ed esaustivo cosa si intenda, non c’è bisogno di ulteriori commenti o specificazioni di sorta.
San Marino, il Governo della Repubblica, è di fatto gestito da una CASTA…a molti di coloro che la formano non va a genio questa definizione, ma è difficile trovare smentite di sorta; ciò appare evidente esattamente nel momento in cui provi a ledere in maniera assolutamente democratica, con gli strumenti previsti dalla Legge sammarinese parte di questi benefici.
E’ una stratificazione gerarchica della società.
Gli esempi sono all’ordine del giorno:
Si parta dal referendum sulla possibile domanda di annessione all’Europa; giusta o sbagliata che possa essere, si è comunque formato un Comitato, sono state raccolte delle firme di CITTADINI, si è espresso un Comitato di Garanti in maniera favorevole….invece no.
A parte della CASTA non piace questo iter, e cerca in tutti i modi di rimescolare le carte sul tavolo. E’ un tavolo da biscazzieri, dove solo il potente appartenente alla CASTA può decidere chi vince o meno.
Passando per il nuovo Regolamento per assistere alle sedute Pubbliche del Consiglio Grande e Generale….alla CASTA ha dato evidentemente fastidio l’essere presi con le mani nella marmellata; episodi tipo “l’effetto pianista” sono un comportamento assolutamente deprecabile, ingiurioso verso quegli elettori che hanno delegato loro la rappresentanza per essere una delle cariche istituzionali più alte della Repubblica. Dai toni utilizzati, sono sprezzanti i giudizi fatti da essi. Non si possono fare foto se non debitamente accreditati, pur non essendoci un vero e proprio Albo dei Giornalisti!!
Alla CASTA il fastidio di essere visti dall’alto e indicati da evidentemente nel naso.
Scoprire che sono tali e quali a persone normali, ma che anzi si dovrebbero differenziare solo per comportamenti eccelsi, mentre in realtà sono dei peccatori come tutti noi, è pari al sentirsi franare il terreno sotto i piedi.
Il dibattito sentito ieri in radio ha evidenziato tanti buoni propositi, ma alla fine il “volemose bbene” o il lavarsene le mani vicendevolmente ha sempre la meglio.
Annichiliscono di fatto anche coloro che la pensano in maniera differente all’interno della CASTA.
Ma alla Storia rimarranno i numeri delle votazioni, non certo gli interventi di corollario.
Tanto varrebbe non dibatterle nemmeno certe cose; è una fitta al cuore e un pugno nello stomaco verso coloro che ascoltano. Quelli che sentono in radio, o quelli che assistono in “piccionaia” non fanno parte della CASTA, non possono decidere il loro modus operandi.
Altri esempi di fenomenologia della CASTA sono le Istanze d’Arengo, ossia uno degli strumenti più democratici presenti in Repubblica. Hanno di fatto reso quasi inutile presentarle; o le si boccia con le modalità già dette, oppure le si approvano non dando loro poi la continuazione giuridica. Ergo passa il messaggio del “fate, fate pure, tanto poi decidiamo noi….”
Se il presentare tali Istanze è parificato ad un mero atto di cerimonia o di costume, francamente bisognerebbe prendere in esame anche il fatto di poter sopprimere tale incombenza.
Siamo di fronte ad un delitto; il cadavere è la democrazia, i cadaveri siamo noi popolazione intera.
C’è gente che vive lì da 15/20 anni; ha imparato a mungere a proprio scopo, millantando un impegno verso la Nazione che poi termina con il pigiare un bottone su dei display all’ultimo grido.
Ricordate bene che se San Marino è arrivato a questo punto è colpa in primis NOSTRA!!
Siamo NOI che li abbiamo votati, leggendo i LORO programmi, sentendo le LORO farneticazioni nei dibattiti.
NOI abbiamo sempre avuto la possibilità di fare lo switch off…NOI siamo per primi la causa dell’instaurazione della CASTA.
Ricordatevelo quando si tornerà alle urne.
Ricordatevi tutto quello che è accaduto alla Nazione, lo sporco che abbiamo, i legami con le cosche malavitose, le manovre economiche da “lacrime e sangue” create a caso per porre rimedio alle NON scelte fatte in anni precedenti; ricordatevi che per molti della CASTA i nostri figli sono parificati a dei COSTI e non a investimenti per il futuro. Ricordatevi che la CASTA ha deciso di non attuare una riforma fiscale adeguata, preferendo sbiascicare su possibili CONDONI per gli immobili; ricordatevi che noi che abbiamo una prima casa magari di 60 metri quadri, abbiamo gli stessi diritti doveri di coloro che hanno case da 200 metri quadri con piscina e campi da tennis.
Pare del tutto evidente che non serve a nulla il piangersi addosso.
Siamo sempre stati artefici del nostro destino; abbiamo scelto in maniera dissoluta ed ora ne paghiamo le conseguenza estreme.
Non accetto di appartenere ad una Nazione sorda, guidata da una CASTA anche a livello dirigenziale che si spartisce i dividendi, lasciando briciole o le ossa a chi ha delegato loro.
Siamo al default economico-sociale. Non credo di poter essere smentito ahimè.
Ma come ribadito poco sopra: “alla Storia rimarranno i numeri delle votazioni, non certo gli interventi di corollario.”
E’ ora di fare sentire la voce grossa alla CASTA, o Oligarchia o con qualsivoglia termine la si desideri identificare.
Non siamo certamente in una Democrazia, solo perché ogni tanto si indicono Elezioni, che di libero non hanno mai nulla!!!
Piuttosto, diffidate della CASTA quando annuseranno che saremo prossimi a nuove votazioni; lì ci verranno a cercare, li scenderanno fra la gente comune e opteranno per comportamenti simili alla teleimbonitrice Marchi….lì sarà davvero il momento di dire basta.
Lo fecero nel 1906 i nostri nonni, e si sa la Storia è ciclica.
Pane e controlli….De gustibus non disputandum est
A margine della notizia Panificio Vallefuoco srl, dopo alcuni giorni venne data alle stampe una dichiarazione forse ancor più inquietante, dei controlli effettuati su tale pane, fornito con appalto Pubblico alle mense dei bambini per l’anno 2009. Per coloro che ne avessero la voglia basta leggerlo all’indirizzo: San Marino Fixing . Prendendo spunto da tale articolo, ne riporto i punti salienti ove il Dottor Antonio Putti affermò tali concetti in merito a quegli episodi: “Se lamentele sono arrivate dagli operatori delle mense, queste erano dovute a un problema organolettico” ed ancora: “Dal punto di vista igienico sanitario non c’erano riscontri” (..) Tanto più che a seguito del malcontento, si è proceduto a una prova di assaggio del pane, insieme ai dirigenti scolastici: i pareri alla fine erano discordanti. Per qualcuno il pane era buono, per altri no. “Il giudizio – prosegue il responsabile del servizio igiene – differiva più che altro sulla qualità, ci si aspettava in sostanza un prodotto artigianale e non industriale”. Putti ammette che nessun esame clinico è mai stato fatto: “Non si procede al sequestro e all’esame del prodotto senza segnalazioni di pericolo, che possono arrivare dall’Italia, rispetto alle materie prime utilizzate, o dai singoli cittadini”.
Prescindendo dal fatto di essere padre, certe affermazioni lasciano realmente l’amaro in bocca.
Non entro nel merito poiché non ho gli studi e quindi le competenze, ma l’analisi di quanto detto sopra la posso fare. Organolettica è una analisi fatta esclusivamente utilizzando i sensi dell’uomo, quanto può fare per esempio un sommelier gustando un vino per intenderci. Ora se vi furono segnalazioni, e risulta che vi furono, non ci si può limitare ad una questione di GUSTO: esso è assolutamente opinabile!! Esattamente quanto risulta dalla prova effettuata unitamente ai dirigenti scolastici. Uno sparuto gruppo di persone, che utilizzando un senso, disquisirono sulla bontà di una derrata alimentare. Opinabilmente differenti.
Il problema reale è che le sensazioni organolettiche sono fallaci e non possono eccepire da un accurato studio di laboratorio. Si presume che a fronte di un episodio ampiamente ramificato nonché segnalato (si parla di tanti resi del prodotto e di bambini che non mangiavano volutamente il pane), un campanello d’allarme dovesse suonare. La prevenzione è sempre meglio della cura, ed uno Stato deve mettersi nell’ottica di idee di offrire prove tangibili, in tutta la sua struttura ed apparati, ed insindacabili sulla bontà di un alimento; non ci si può fermare ad una superficiale analisi organolettica! Ciò particolarmente nei confronti di coloro che rappresentano il futuro di una Nazione: i bambini. Allora quale pericolo dovremmo “pazientare” di avere prima che sopraggiunga uno studio appropriato, piuttosto che di un esame clinico? Oppure si parte con controlli a tappeto solo se l’Italia ne segnala l’effettivo pericolo? Stiamo scherzando vero?
Rileggo le righe dell’intervista e rimango sconcertato da una simile superficialità. Essendo tutto “virgolettato”, si presume che tutto sia tratto da un discorso diretto, quindi a domanda, risposta. Non ho le competenze della persona che ha rilasciato tali concetti, ma l’italiano lo capisco bene e quanto scritto testimonia qualcosa di immensamente più grave di un semplice assaggio.
I controlli su quello che i bambini e anche noi adulti mangiamo, sono davvero svolti in questa maniera? Mi auguro di no, o meglio lo spero. A chi di dovere richiedo quantomeno una risposta, che ovviamente sarà di assoluta sicurezza sui metodi, dicendo che ho frainteso. A loro (eventualmente) risponderò quanto detto poco fa: la lingua italiana è una certezza e non ha in sé delle “regole organolettiche”. O è chiara o meno. O si parla o si tace.
Quindi….a che gioco giochiamo?
Buona vita.
Matteo Zeppa